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La protesta flop dei no-vax. Viaggio a Stazione Tiburtina

Francesco Cocco e Simone Canettieri

Più polizia e cronisti che manifestanti. "È un peccato non ci sia nessuno, ho chiuso il mio negozio per essere qui”

Ci si aspettava la folla delle grandi occasioni alla stazione Tiburtina per la manifestazione contro il green pass. Ma, nonostante la chiamata alle armi sui social dei gruppi no vax, a guardare i treni c’erano più giornalisti che manifestanti. “Ho chiuso il mio negozio ai Castelli Romani per essere qui – ci racconta un’intrepida signora – è un peccato non ci sia nessuno. Io poi non sono neanche qui per bloccare, la prossima settimana devo salire a Pisa e se saltano i treni mi girano”. Non si dice contraria alla vaccinazione, semmai timorosa: "È stato sviluppato troppo in fretta. Io lo so che è così, mia figlia lavora in una azienda farmaceutica. Un ragazzo che conosco, poi, è morto due giorni dopo la somministrazione”. 

 

In mezzo allo sparuto manipolo, anche qualche figura di prestigio. «Non sono vaccinato – racconta Stefano Fuccelli, presidente del partito animalista europeo – perché la cosa mi spaventa: è ancora in fase sperimentale, e poi in Israele le persone stanno tornando a morire. Sono avanti rispetto a noi su tutto, un riferimento per la comunità scientifica. L’80 per cento di loro è immunizzato ma nonostante questo si ammalano e muoiono come gli altri». 

Un’animalista, sua amica, non si è vaccinata perché contro la morte e la violenza. Poco importa se il Covid ha già ucciso oltre 129mila persone: "Sono contraria a causa di tutti i crimini che si fanno nei confronti degli animali per i test del vaccino. È tutto collegato: la cattiveria e l’aggressività dell’essere umano si impone sul più debole: si parte dall’animale e in un attimo si arriva agli anziani e ai bambini".

Tra i manifestanti, la delusione per le vaccinazioni si accompagna alla sfiducia nei confronti della politica. Se i primi due intervistati si sentono traditi rispettivamente da Salvini e dai 5 stelle, la rabbia di un’anziana è tutta contro il governo: "Siamo sotto dittatura – urla, con forte accento romano, circondata da microfoni e telecamere – lo vedete tutti i giorni in televisione. Siamo da anni sotto governo tecnico: è una tirannia, mica come Mussolini, che con le leggi razziali c’ha pianto. I medici somministrano i vaccini solo perché sono ricattati del governo". Se le chiedessero di vaccinarsi, la signora non avrebbe dubbi: "je risponnerei: manco per r ca…".

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