La fontana di Trevi in epoca pre-Covid (foto Unsplash)

verso l'estate

I turisti ancora no, ma intanto a Roma è tornata la speranza

Gianluca De Rosa

Parlano l’assessora Tasciotti, l’ad di Aeroporti di Roma Troncone, gli albergatori e le guide turistiche

Dopo l’Apocalisse, lenta, risorge la vita. Sui dehors dei ristoranti che hanno riaperto si comincia a percepire qualcosa. “Aujourd'hui nous sommes allés au magnifique Panthéon… que faites-vous demain?”. Pezzi di conversazione in francese o in inglese che lasciano sperare: i turisti stanno tornando. Certo non si vedono ancora le file sudanti davanti al Colosseo, le invasioni dei croceristi alla fontana di Trevi o altri epifenomeni del famoso, e un tempo bistrattato overtourism. Eppure qualcosa si muove.

I più attenti negli scorsi giorni avranno notato che per le vie della Capitale sono rispuntati nella loro immensa, ma ormai promettente bruttezza i bus due piani dei tour turistici. “È verò c’è un miglioramento, ma andiamoci piano”, Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, frena subito il nostro entusiasmo. Nella Capitale la maggior parte delle strutture alberghiere sono ancora chiuse: “Rispetto a qualche mese fa qualcosa si è mosso, eravamo rimasti aperti in 100, adesso siamo 300, ma sono più del triplo gli hotel ancora chiusi”. Roscioli però si concede un’ammissione: “Fino a qualche mese fa si lavorava solo dal martedì al giovedì, i giorni in cui ci si sposta per lavoro, adesso cominciamo ad avere anche qualche prenotazione nei fine settimana, ma parliamo sempre di tassi di riempimento al 20 per cento, troppo poco. Per permettere a tutti di riaprire serve arrivare almeno al 40”. Accadrà presto? “Grazie al greenpass – dice il presidente di Federalberghi – qualche turista da giugno in poi potrebbe rivedersi, ma poi a luglio e agosto sarà difficile. Anche in anni normali quelli sono mesi in cui i turisti, italiani e non, prediligono le località di villeggiatura alle città d’arte. Per una piccola, ma reale ripresa attendiamo settembre, per un vero ritorno alla normalità penso dovremmo aspettare marzo del 2022”.

 

Anche le guide turistiche non se la passano ancora benissimo. Francesca Duimich, di Federagit Confesercenti racconta: “Con il ritorno in zona gialla qualcosa sta riprendendo, ma il lavoro è minimo. Noi, inoltre, siamo tantissime perché fino al 2019 il lavoro non mancava di certo”. Solo tra le guide abilitate del Lazio ci sono quasi 4mila persone. “Molte – prosegue Dumich – lavorano in lingua perché spesso gli italiani della guida fanno a meno. Oggi però i turisti intercontinentali non ci sono e così chi lavorava in giapponese o in coreano non può che cercare di reinventarsi”.  Tra le guide turistiche come tra gli albergatori c’è un po’ di gelosia, una sorta di “sindrome del ristoratore”: “I ristoranti sono pieni, ma noi abbiamo ancora bisogno dei sostegni dello Stato”.

Il green pass comunque promette di riportare in tempi stretti gli europei per le vie della Capitale, ma il grande cruccio oggi sono i turisti intercontinentali. “Con cinesi e russi c’è un problema urgente che il governo dovrebbe affrontare”, spiega Roscioli. “Serve un accordo per il riconoscimento dei loro vaccini. Con gli americani che usano quelli risconosciuti dall’Ema non avremo problemi, ma con russi, cinesi, giapponesi e turisti del Sud-est asiatico come faremo? Dobbiamo considerare che da noi il turismo da proveniente da quei paesi vale quasi il 40 per cento del totale. Serve che i ministeri della Salute e degli Esteri si mettano a lavorare su questo il prima possibile”.

E ai vaccini è legata l’altra nota dolente, i trasporti: aerei e treni arrivano ancora con il contagocce e i prezzi sono molto alti. A Fiumicino i passeggeri in arrivo e in partenza sono leggermente aumentati, siamo intorno ai 20mila al giorno, circa 3mila in più rispetto alle scorse settimane, ma ancora lontanissimi dai numeri pre-Covid. Marco Troncone, ad di Aeroporti di Roma spiega: "Stiamo cercando di rivitalizzare il traffico internazionale di lungo raggio con i voli Covid-tested che, col supporto del Governo, siamo stati i primi ad attivare in Europa da e per gli Usa, incrementando la sicurezza ed evitando il ricorso alla quarantena. Confidiamo di dare un concreto contributo alla ripresa del traffico e quindi dell’indotto turistico già da questa estate, sapendo però che per un ritorno alla normalità servirà ancora molto tempo".

 

Uno dei problemi per la ripresa del turismo intercontinetale è ovviamente quello della quarantena, cancellata per gli arrivi da paesi Schengen ma ancora prevista per chiunque arrivi da altre parti del mondo. Quella dei voli Covi-tested può essere una valida opzione per cercare di superare lo stallo. Con un’ordinanza firmata lo scorso 16 maggio il ministro della Salute Roberto Speranza ha allargato la sperimentazione ad altri aeroporti italiani (Malpensa, Napoli, Venezia) e ampliato i paesi e le città che potranno sfruttare questa opzioni. Agli Stati uniti si aggiungeranno Canada e Giappone, mentre sarà ampliata la flotta covid-free dagli Usa: ai voli che già partono da New York e Atlanta si aggiungeranno quelli da Miami, Boston, Los Angeles e Philadelfia.

 

In Campidoglio intanto è arrivata una nuova assessore al Tursimo, si chiama Veronica Tasciotti ed è molto fiduciosa: “In particolare sul turismo domestico – dice – contiamo già nei prossimi mesi di vedere già dei significativi miglioramenti”. Tasciotti è anche assessora allo Sport ed è convinta che gli eventi possano aiutare la ripartenza. “Già in questi giorni con gli Internazionali di tennis, primo grande competizione sportiva in presenza, qualcosa si è mosso, adesso a piazza di Siena cominceranno diverse gare ippiche e, poi a giugno ci sarà l’europeo di calcio”.

Per il futuro intanto il Campidoglio sta cercando di attrezzarsi: “A breve – dice l’assessora – lanceremo la piattaforma big data turismo sarà per noi uno strumento importante: raccogliendo i dati della telefonia mobile potremo capire le abitudini e le caratteristiche dei turisti che vengono a Roma. Quanti anni hanno, quanto rimangono, di che nazionalità sono che luoghi vanno a visitare. Questo ci aiuterà a pianificare il futuro prossimo del turismo nella Capitale”. Tasciotti punta a raggiungere anche un altro risultato: “Entro dicembre 2021 – spiega – contiamo di avere finalmente anche a Roma una Dmo (acronimo di destination management organization ndr)”. E cosa sarebbe? “È uno strumento di cui sono dotate tutte le più importanti città del mondo, una sorta di tour operator istituzionale, un luogo dove amministrazione  e operatori del turismo s’incontrano per pianificare la strategia di promozione della città anche preparando e commercializzando pacchetti”.

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