Una manifestazione di Greenpeace davanti alla sede della Commissione europea il 30 gennaio 2018 (foto LaPresse)

Il piano green dell'Ue fa infuriare i turboambientalisti. Tutta colpa dell'idrogeno

Annalisa Chirico

Secondo alcune indiscrezioni, nel “Green recovery package”, ci sarebbe un robusto programma di aiuti per lo sviluppo dell’idrogeno. E Greenpeace insorge

È bastata la pubblicazione della bozza del “Green recovery package” per far imbizzarrire i turboambientalisti. Intervistati sul sito di Euractiv, gli esponenti di Greenpeace si sono lamentati dell’eccessiva attenzione prestata all’idrogeno: “La Commissione – ha detto uno di loro, Sebastian Mang – suggerisce che gas ed energie rinnovabili vengano utilizzate per produrre massicce quantità di idrogeno invece di utilizzare l’energia pulita per abbandonare il prima possibile i carburanti fossili”.

 

Per non parlare del sostegno ad automotive e aviazione, troppo inquinanti. Ma che cosa prevede il documento filtrato in anteprima dagli uffici di Bruxelles in attesa dell’annuncio ufficiale il prossimo 27 maggio? Il pacchetto, incaricato di risvegliare l’economia europea nel post-Covid, comprende il nuovo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e il “Recovery Instrument” finanziato con i fondi reperiti dalla Commissione Ue sul mercato dei capitali e garantiti dagli stati membri.

 

Il “Green recovery package”, almeno nella versione leaked, prevede un robusto programma di aiuti per lo sviluppo dell’idrogeno in vista della sua produzione su larga scala per il 2030. In particolare, si annuncia la volontà di raddoppiare i fondi destinati alla ricerca e all’innovazione da 650 milioni a 1,3 miliardi nel nuovo Quadro finanziario pluriennale. Si punta inoltre ad aumentare la produzione di idrogeno pulito per abbassarne il prezzo: si prevede un finanziamento, per i prossimi dieci anni, tra i cinque e i trenta miliardi. Si intende poi sviluppare la collaborazione con le industrie del settore per un programma di investimenti attraverso la “Clean Hydrogen Alliance”.

 

Il documento annuncia anche la costituzione di un fondo, del valore di dieci miliardi, gestito dalla Banca europea degli investimenti per la concessione di prestiti destinati alle infrastrutture idrogeno. Nel campo della mobilità, si annuncia l’impegno a raddoppiare lo “Eu investment package for Recharging Eu”: due miliardi di stazioni pubbliche di ricarica e rifornimento alternativo entro il 2025; un programma “Purchasing Facility for Clean Vehicles”, del valore di venti miliardi per i prossimi due anni, e un fondo destinato al “Clean automotive” per un valore che oscilla tra i quaranta e i sessanta miliardi. Dopo le comunicazioni del 27 maggio, la successiva data da segnare in calendario è il 24 giugno quando la Commissione presenterà la Strategia destinata a riformare il mercato energetico europeo con una speciale attenzione all’idrogeno. Insomma, l’Europa prepara una rivoluzione verde volta a coniugare efficienza energetica e sostenibilità ambientale con un massiccio piano di investimenti, quello che serve a un’economia in apnea di fronte alla più grave recessione in tempi di pace, parola di Christine Lagarde.

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