Benoît Hamon (foto LaPresse)

Hamon nasconde la sua signora?

Paola Peduzzi

C’è chi lo insinua (per ragioni politiche), ma questo silenzio dà anche sollievo

I socialisti francesi hanno deciso: Benoît Hamon è il loro candidato alle presidenziali di aprile. Potendo posizionarsi nel centro orfano di leader o nell’estremo, anche il Partito socialista di Francia ha scelto per l’estremo, si è dotato di un Corbyn più giovane, che ha già chiesto alle sinistre di unirsi (Hamon si augura forse di essere più solido del suo ispiratore britannico, il quale con il voto a favore dell’articolo 50, cioè a favore della Brexit, ha creato un’altra rivolta dentro al Labour, che intende sedare al solito modo: vi caccio tutti), e da quell’angolo lancia la sua offensiva elettorale. Di Hamon non si sa moltissimo, già dalla vittoria del primo turno alle primarie si è parlato dell’ennesima “vittoria a sorpresa”, anche se di sorprendente non c’è granché, visto che la tendenza nelle sinistre europee va verso gli Hamon e non verso i Manuel Valls, l’ex premier moderato uscito sconfitto. Ora, scrive il Monde, Hamon ha tre compiti davanti, non semplicissimi: riunire la sinistra, parlare con i suoi avversari dentro alla gauche e convincere gli elettori che il suo programma ha delle chance nella sfida all’Eliseo che comprende il candidato della destra dei Républicains François Fillon, la leader del Front national Marine Le Pen (scatenatissima) e l’outsider Emmanuel Macron che è considerato, lui sì, il vincitore di fatto della sfida delle primarie – non ha partecipato al confronto, ha un suo movimento, En Marche!, corre in proprio.

Soprattutto Hamon deve farsi conoscere, raccontare la sua storia, uscire dall’anonimato. Le sue armi sono ancora da studiare – i cavalli di battaglia sono il reditto di cittadinanza a 750 euro, le 32 ore di lavoro settimanale e la “rottura” con il moderato François Hollande – ma intanto la sua leadership si consolida mentre il rivale Fillon è in un momento di debolezza a causa dello scandalo della moglie Penelope, che avrebbe preso 500 mila euro in otto anni come assistente parlamentare. E’ stata aperta un’inchiesta, che riguarda anche la consulenza pagata a due dei cinque figli Fillon, e il candidato dei Républicain ha già detto che se dall’indagine uscirà qualcosa di compromettente è disposto ad andarsene. E Hamon ce l’ha una moglie? Da giorni non si fa che cercare di capire che ruolo ha, ha avuto e avrà la compagna pacsée del candidato socialista, Gabrielle Guallar. Su internet circola sempre la stessa immagine della Guallar, che è di origini mezze catalane (come Valls) e mezze danesi e che è “così riservata” da non essere mai stata intercettata da nessuno. Anticipando tutti, lo stesso Hamon ha rilasciato un’intervista a Madame Figaro qualche giorno fa in cui dichiara: “A parte i miei amici, nessuno conosce mia moglie”. Pure il silenzio e la riservatezza possono però essere un’arma a doppio taglio. Lo scorso anno, l’emittente privata M6 ha lanciato il programma “Une ambition intime”, in cui venivano ospitati i candidati alle primarie e altri leader politici per parlare delle loro famiglie. Marine Le Pen discusse del rapporto conflittuale con il padre e la conduttrice del programma, Karine Le Marchand, fu accusata di voler favorire la candidata del Fn con un’operazione “umanizzante”. Hamon, che inizialmente era stato invitato ed era parso interessato, decise infine di non partecipare all’incontro tv: si sparse la voce che non voleva far sapere troppo su Gabrielle, la quale lavora nella comunicazione di Lvmh (il gruppo della moda che comprende tra gli altri Louis Vuitton), perché è difficile sposare la retorica del popolo se poi in casa c’è amore per il lusso.

Si sparse la voce che fosse la stessa Le Marchand ad aver dato questa interpretazione – una fonte della produzione del programma disse: “Abbiamo capito che il lavoro della moglie pone un problema per il candidato della sinistra del Ps” – e il team di Hamon si arrabbiò tantissimo. Pare che il candidato presidente declinò l’invito nel momento in cui gli fu chiesto di essere ripreso mentre portava a scuola i figli: forse già immaginava le ire di Gabrielle, forse lui stesso ha imparato che una moglie discreta può essere un vantaggio – insomma non si presentò, sottolineando poi in seguito che i metodi della Le Marchand, Eva-contro-Eva, erano davvero penosi. La signora Hamon ha così segnato il suo primo punto: ora vedremo che personaggio diventerà nella storia tumultuosa di questa corsa presidenziale. Ma il silenzio di Gabrielle, in questo funerale del liberalismo in tutto il mondo occidentale, è già rilevante: per chi ancora è in lutto e ha bisogno di pace e anche per chi si è circondato di donne vocianti, e gli scoppia già la testa.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi