Donald Trump (foto LaPresse)

Qualcuno ancora crede alla scusa: “Devo stare con la mia famiglia”? Dettagli da scandalo trumpiano

Paola Peduzzi

La regina delle scuse, la più antica, la più popolare, la più falsa

Devo stare con la famiglia è la regina delle scuse, la più antica, la più popolare, la più falsa. Jason Miller – che è stato nominato capo della comunicazione da Donald Trump, ha celebrato, ha letto orgoglioso i ritratti in cui si confermava la sua ascesa, e s’è dimesso, tutto nel giro di 48 ore – ne ha fatto un utilizzo invero particolare. “Dopo che ho passato quest’ultima settimana con la mia famiglia – ha scritto Miller in un comunicato in cui ufficializzava il cambiamento – Mi è parso evidente che la famiglia debba essere la mia priorità e che quindi non è questo il momento per iniziare un lavoro così esigente come quello di capo della comunicazione della Casa Bianca. Mia moglie e io siamo anche molto emozionati in attesa dell’arrivo della nostra seconda figlia in gennaio, e devo mettere tutti loro davanti alla carriera”. Forse tendiamo a vedere fake news ovunque – sono ovunque, non è nemmeno colpa nostra – ma ecco questa storia non sembra verissima, per due ragioni: molti retroscenisti in questi mesi hanno raccontato che Miller, che fa parte di quel gruppo di consiglieri e operativi che è passato dalla campagna di Ted Cruz a quella di Trump quando la candidatura del senatore texano è implosa, stava brigando in ogni modo per ottenere un posto alla Casa Bianca dopo aver conquistato stima e attenzioni da parte di Trump in campagna elettorale; non c’è uomo al mondo che passi una settimana a casa, con una moglie incinta e un’altra piccola creatura in giro e abbia voglia di fermarsi un minuto di più.

Con Miller la scusa più antica del mondo è crollata in poco tempo, a causa di alcuni tweet dell’account @AJDelgado, che sono stati poi cancellati, assieme all’account stesso che non è più attivo (ma tanto tutto resta). AJ Delgado è un’avvocato di 36 anni, figlia di immigrati cubani, che ha lavorato come consigliera nella campagna elettorale di Trump apparendo spesso in tv – anche in quelle in lingua spagnola – per difendere l’operato del candidato poi presidente eletto e oggi è assistente del team che si occupa della transizione di Trump verso la Casa Bianca. Delgado era finita in un miniscandalo rivelato dal New York Post quando, alla vigilia dell’ultimo dibattito presidenziale a Las Vegas, era stata avvistata in uno strip club della città, assieme ad altri membri dell’entourage trumpiano, compreso lo stesso Jason Miller. Non era accaduto poi più nulla, ma quando è diventata pubblica la nomina di Miller come capo della comunicazione della Casa Bianca, la Delgado si è prima congratulata con lui – definendolo “baby-daddy” – e poi ha cambiato decisamente tono.

Questo l’elenco dei suoi tweet, come ricostruito dai giornali americani: “Quando cerchi di metter su la faccia di quello coraggioso e tuitti sul nulla, il tuo feed risulta simile a quello di @Jason MillerinDC”. Poi: “Quando le persone devono dimettersi in modo elegante e rifiutano di farlo, il tutto è un po’… inquietante”. Su Twitter le è stato chiesto a chi stesse facendo riferimento, e lei ha risposto, secondo il New York Daily News: “Jason Miller. Che avrebbe dovuto dimettersi… ieri”. Sempre secondo la stessa fonte, la Delgado ha anche aggiunto che Miller è “la versione 2016 di John Edwards”, senatore della North Carolina con ambizioni presidenziali che ebbe una relazione extraconiugale con una donna che lavorava per la sua campagna elettorale, e un figlio da lei (prima negò tutto, poi ammise l’affair ma non la paternità, poi ammise tutto). L’ultimo tweet della Delgado riguardava le imminenti dimissioni di Miller.

Secondo Politico, che ha ricevuto nei giorni scorsi email anonime sulla vicenda, la relazione tra Delgado e Miller era nota “da mesi” nell’entourage del presidente eletto, ma come sempre accade la moglie di Miller era rimasta l’unica all’oscuro e lui voleva passare le feste in famiglia celebrando l’avanzamento di carriera, occupandosi della bambina in arrivo e dimenticandosi della Delgado. Come sia adesso la questione non si sa: lui tace e dice che fa fede il suo comunicato sulle priorità familiari; la Delgado non risponde ad alcuna domanda e non tuitta più. Il mondo liberal è in subbuglio: avete tormentato Huma per quel marito ossessionato dalle foto del suo pacco, di Hillary e Bill non parliamone, e ora non siete ancora alla Casa Bianca e già avete un affair da gestire? Lo scorno democratico che non accenna a diminuire è comprensibile, l’argomentazione con confronto non è tra le più avvincenti, ma un appello ai reporter americani non ce lo leva nessuno: un giretto a casa Miller, nel mezzo delle feste, fatelo, e poi raccontateci tutto.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi