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contro mastro ciliegia

Di che si fanno in Canada?

Maurizio Crippa

Una giudice del Quebec ha accolto una class action contro Fortnite: il videogioco accusato di avere effetti devastanti come la cocaina. Intanto nella British Columbia stanno varando un progetto sperimentale per depenalizzare le droghe pesanti. E se i ragazzini quebecchesi scappassero lì?

Paese curioso il Canada, anche prima che ci fosse Trudeau, e anche prima che i québécois tornassero a reclamare l’indipendenza dal nuovo-vecchio re Carlo. Paese dai costumi curiosi, in quanto a diritti e proibizioni. Una giudice del Quebec ha deciso di accogliere la class action promossa da alcuni genitori contro Fornite, il celebre videogioco di battaglie che appassiona milioni di adolescenti, ritenendo “non frivola o manifestamente infondata” l’accusa secondo cui il gioco provocherebbe dipendenze: esattamente (anzi peggio, par di capire) come la cocaina. Dunque il gioco paragonato a una droga pesante potrebbe essere vietato. Curioso paese, il Canada, dove la scorsa estate, nella British Columbia, il governo ha approvato un progetto sperimentale per l’utilizzo personale di alcune droghe pesanti, tra cui la cocaina. Scopo della depenalizzazione è far diminuire il numero crescente di overdose che nella sola provincia supera i duemila casi all’anno. Non criminalizzate i tossicodipendenti potrebbe essere anche una buona idea. Però non si capisce perché dovrebbero essere invece criminalizzati i ragazzini del Quebec che giocano a Fortnite. Ma, nel caso, potranno rifugiarsi nella Columbia: il Canada è un grande paese, curioso o forse completamente folle.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"