contro mastro ciliegia
Di che si fanno in Canada?
Una giudice del Quebec ha accolto una class action contro Fortnite: il videogioco accusato di avere effetti devastanti come la cocaina. Intanto nella British Columbia stanno varando un progetto sperimentale per depenalizzare le droghe pesanti. E se i ragazzini quebecchesi scappassero lì?
Paese curioso il Canada, anche prima che ci fosse Trudeau, e anche prima che i québécois tornassero a reclamare l’indipendenza dal nuovo-vecchio re Carlo. Paese dai costumi curiosi, in quanto a diritti e proibizioni. Una giudice del Quebec ha deciso di accogliere la class action promossa da alcuni genitori contro Fornite, il celebre videogioco di battaglie che appassiona milioni di adolescenti, ritenendo “non frivola o manifestamente infondata” l’accusa secondo cui il gioco provocherebbe dipendenze: esattamente (anzi peggio, par di capire) come la cocaina. Dunque il gioco paragonato a una droga pesante potrebbe essere vietato. Curioso paese, il Canada, dove la scorsa estate, nella British Columbia, il governo ha approvato un progetto sperimentale per l’utilizzo personale di alcune droghe pesanti, tra cui la cocaina. Scopo della depenalizzazione è far diminuire il numero crescente di overdose che nella sola provincia supera i duemila casi all’anno. Non criminalizzate i tossicodipendenti potrebbe essere anche una buona idea. Però non si capisce perché dovrebbero essere invece criminalizzati i ragazzini del Quebec che giocano a Fortnite. Ma, nel caso, potranno rifugiarsi nella Columbia: il Canada è un grande paese, curioso o forse completamente folle.
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