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Contro mastro ciliegia

Gigino e il parroco

Maurizio Crippa

Il fantastico show "Deflagrando sotto i cinque stelle", andato in onda in Senato, ha provocato una crisi mistica al confessore di Di Maio: "Sembravano ragazzi puliti, condividevo i loro sogni". Caro don, quelli erano gli apostoli

Scriveva ieri sera la chirurgica @lauracesaretti1 che il Senato sembrava “un ospedale psichiatrico che ha finito i farmaci”. Si riferiva ovviamente al meraviglioso autolesionismo di quelli dell’apriscatole finiti a mutilarsi tra loro. Ma in realtà il bellissimo show “Deflagrando sotto le cinque stelle” dice anche di più, ci parla di mistica. Tanti si sono lamentati per la lettera del vescovo di Verona che ha invitato a non votare per Damiano Tommasi. Ma nessuno ha niente da dire delle esternazioni di don Peppino Gambardella, “il confessore di Di Maio”? Che ieri ha esternato il suo dolore come un parroco alla viva il parroco: “Ci hanno rubato un sogno”. Ma chi? “Assicuro il mio affetto a Luigi, che immagino stia soffrendo, ma non condivido più nulla. Che delusione”. Il parroco di Pomigliano era stato grillino della prima ora, la differenza con Gigino è che Di Maio ha capito i danni fatti, e l’uomo di Dio invece no: “Nella vita ci sono anche momenti di grande delusione, io devo guardare indietro e dire che mi sono sbagliato. Mi è stato rubato un sogno. Sembravano ragazzi puliti, condividevo i loro sogni; i loro primi movimenti sembravano belli”. Caro don, quegli erano gli apostoli. E comunque manco Bettini ha mai sofferto tanto. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"