Ansa

Il dottor destabilizzante

Maurizio Crippa

Mauro Bassetti è certo un ottimo medico. Ma quando rilascia interviste, una la dice e l'altra la contraddice. Prima la seconda ondata che non sarebbe arrivata, ora persino i morti contati male. Sarà per questo che piace a Salvini?

In caso di necessità, mi farei tranquillamente curare pure dai veterinari di Luca Zaia, e ancora meglio da Gino Strada nel Kalabristan. Figurarsi se non mi fiderei (quasi) ciecamente del “Lady Gaga dei virologi”, come lo chiama @stanzaselvaggia. Però poi, uscito dal reparto e diventato bello e immune almeno per un po’, non so se la reggerei una conversazione, pure distanziata, col dottor Matteo Bassetti. Non per pregiudizio, ma perché anche solo a leggere le sue dichiarazioni o a sentirlo parlare produce un effetto destabilizzante: o ci fa oppure ci è.

 

Intervistato in una tivù del mattino, ieri il direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, entrato in ritardo ma di prepotenza nel circo dell’expertise, ha detto: “Abbiamo sbagliato anche a contare i morti. Chiunque arrivasse in ospedale con un tampone positivo, anche se aveva un infarto veniva qualificato come morto per Covid”. Che sembrava un complottista di quelli “la Merkel nasconde i cadaveri”. Quest’estate era diventato famoso per un filino di negazionismo: “Chi dice che avremo una seconda ondata come la Spagnola fa terrorismo: siamo nel 2020, la Spagnola è arrivata quando non c’erano vaccini, antibiotici, ventilatori”. E ha detto che “ogni anno nel nostro paese muoiono circa 10 mila persone in seguito alle complicanze dell’influenza”. Poi che il lockdown andava fatto prima, poi però che ammazza il paese. Siccome lo criticano, lui risponde: “In un mondo di invidiosi dove i miei colleghi primeggiano, penso a Socrate”. Salvini lo adora. Forse è meno destabilizzante curarsi da Lady Gaga.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"