foto LaPresse

Morandi, camorra e M5s

Maurizio Crippa

Toninelli inciampa sul peggiore degli incidenti possibili per uno che sa solo blaterare onestà-tà-tà.

Erano partiti, il giorno dopo la tragedia del ponte Morandi, promettendo l’immediata “caducazione” della concessione ad Autostrade per l’Italia. Il trio Lescano: Danilo Toninelli, Giuseppe Conte e Giggino Di Maio. Tutti per uno e un crollo per tutti. Molti mesi e molta acqua sotto i ponti dopo, della revoca della concessione nulla si sa più, anzi no, è stata revocata la revoca, era una stronzata (ma va?). Invece il ponte sta ancora lì. E il ponte nuovo che doveva essere già ricostruito, più bello e meno corruttibile di pria, e con tanto di aree picnic per le famiglie, ancora non c’è. Pure i cittadini di Certosa e Sampierdarena iniziano a incazzarsi, vorrebbero sapere almeno la data esatta in cui faranno esplodere i piloni che vanno abbattuti. Ma Toninelli manco questo è riuscito a garantire. L’unica cosa che il geniale ministro alle tensostrutture è riuscito a fare, in quasi un anno, è di essere “caducato”, lui, sul peggiore degli incidenti possibili per uno che sa solo blaterare onestà-tà-tà. Infatti hanno arrestato due “imprenditori” camorristi che si erano infiltrati nei subappalti per la demolizione del Morandi. Nonostante tutti gli spazza corrotti; nonostante tutte le norme anticorruzione che hanno bloccato lo sbloccacantieri, nonostante le accuse ai Benetton e ai poteri forti e a quelli che governavano prima, a scivolare sulla camorra è stato il presente governo. Intanto il ponte Morandi sta lì, in attesa che ci pensi la camorra, e l’unica cosa abbattuta a regola d’arte è la credibilità di questi che gridavano all’onestà,

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"