Marco Carta (foto Stefano Colarieti/LaPresse)

Winona di Carta e il circo

Maurizio Crippa

C’è solo una cosa quasi più deprimente del giornalismo manettaro: il nostro star-system

La cronacaccia pop-manettara a volte dà delle soddisfazioni. Qualche giorno fa alla Rinascente di Milano arrestano Marco Carta, cantante, per furto di sei magliette del controvalore di 1.200 euri (qualcuno ha tuittato che il vero furto è il prezzo, e ha un senso). Subito ma subito, i titoli di tutti i siti e poi i giornali inchiodano il Carta: arrestato, ladro, già condannato prima del processo per direttissima. Il giorno dopo si scopre che il giudice non ha convalidato l’arresto, la ladra sarebbe la tipa con cui era. E (quasi) tutti a scrivere ah, non era vero, ma nessuno a scusarsi. Ma per noi, per una volta, l’articolo contro questa merda di giustizialismo mediatico era già fatto, anzi si scriveva da solo. Soltanto che poi vien fuori che il cantante non è stato arrestato, ma rinviato a giudizio sì, perché per gli inquirenti il sospetto che abbia rubato, assieme a quella che si scopre essere un’amica, rimane. E riecco il circo che si rianima: vedete? non avevamo pestato proprio una merda. E in cima alla classifica di settore, c’è un giornale che si scandalizza, sapete già quale: “Ecco dove si trova il cantante dopo il rinvio a giudizio”. E’ andato a Mykonos, il malvagio: “Carta si gode il sole”. Perché loro vorrebbero farglielo vedere a scacchi, anche prima del tempo. Ma siccome il Carta indigente non è, viene in mente che sia il nostro Winona Ryder, o quantomeno un fessacchiotto che s’è fatto tirar dentro a fare una cazzata, così per provare. Una roba da tamarri. E c’è solo una cosa quasi più deprimente del giornalismo manettaro: è quanto è cheap il nostro star-system da quattro soldi.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"