Massimiliano Allegri (Foto LaPresse)

Burioni nei palloni

Maurizio Crippa

La lite tra Allegri e Adani mostra che il mito della competenza non funziona nel calcio

Ci perdonerà il dottor Burioni se lo tiriamo per qualche riga nel mazzo esavalente e non sempre competente degli allenatori nel pallone. D’altra parte lui è gran tifoso della Lazio e capirà: per il tifo non c’è vaccino, calcisticamente parlando. E dunque, Max Allegri, o della competenza. L’arruffatissimo Lele Adani, che non avrà preso il PhD a Coverciano né vinto sei scudetti (sì, non ha mai perso manco cinque coppe di fila: ma non state a fare battute scontate, che qui il tema è serio), ha fatto a Max Allegri una domanda banalissima, persino pertinente. E Max Allegri l’ha ribaltato in diretta, come un luminare della scienza con un antivaccinista da tastiera: “Siete tutti teorici. Adani sei il primo che legge i libri e di calcio non sai niente. Non hai mai fatto l’allenatore, sei lì dietro e non sai cosa succede. Ora stai zitto, parlo io che sono l’allenatore che ha vinto sei scudetti”.

  

  

È il metodo Burioni, appunto: ecraser l’incompétent. Non è sicuro che funzioni sui vaccini, ma sul calcio poi, suvvia! Il commentatore sportivo è l’alter ego di tutti noi: vede la partita, dice la sua, fa una domanda magari a piffero. Ma che diamine, la verità è che i Max Allegri non sempre ne sanno di più, o cosa dire. E se rispondessero, invece di vantare lauree, non è che CR7 si becca il morbillo, per dire. Manca solo, in questo sciagurato calcio, che gli allenatori si mettano a dare lezioni di competenza. Pensate come finiremmo: a prendere sul serio persino un Dibba da panchina come il Loco Bielsa. Più umiltà (tà-tà).

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"