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Casta, treni e desideri

Maurizio Crippa

Toninelli a Pioltello ne ha detto una giusta. Ma poi s'è beccato un pendolare incazzato che di mobilità insostenibile ne sa più di lui 

Per una volta che il ministro delle tensostrutture Toninelli ne dice una giusta. Mah. Oggi era a Pioltello, Milano, a commemorare le vittime del treno regionale deragliato un anno fa, e ha detto: “Mi avrebbe fatto molto piacere vedere Matteo Salvini qui con me a ricordare tre morti di stato”. Del resto, se i treni di Trenord sono messi come son messi, male, molta della colpa sta in capo alla Lega che per lungo tempo li ha mal gestiti. Ma Salvini non c’era, nella sua Milano, a un passo da casa. Per una volta Toninelli ne ha detta una giusta, non fosse che se oggi i treni delle Nord stanno ancora come son messi, sempre male, è colpa del suo governo e dei suoi pasticci sulle infrastrutture. Così s’è beccato un pendolare incazzato, e che di mobilità insostenibile ne sa molto più di lui, che gli ha sparato sul muso: “La pianti di dire stupidate!” e gli ha rinfacciato pure lo stipendio che prende. E già, il governo dei citoyen dovrebbe viaggiarci, sui treni pendolari. Ma il fatto è che non gli piace più, a loro, alla nuova casta. La sua compagna di scampagnate Carla Ruocco, che un tempo pretendeva di essere chiamata “portavoce” del popolo, ora si è fatta beccare a far chiedere, dal suo portavoce, se a un tal convegno “per la presidente On. Carla Ruocco è stato riservato un posto tra le autorità”. Autorità de che, poi? Ma soprattutto: il convegno era sulla memoria della Shoah, quella faccenda in cui, secondo il suo amichetto Lannutti, i Savi di Sion viaggiavano in business class. Che vergogna. Dovrebbero viaggiare in terza classe, questi traditori del popolo.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"