Alfonso Bonafede (foto LaPresse)

Sad day con parapetto

Maurizio Crippa

Il ministro Bonafede e quel commento sulla vicenda di un praticante avvocato precipitato dalla tromba delle scale del tribunale di Milano

Per farla breve: ieri è cominciata con l’eclissi della superluna rossa, che ancora non s’è capito se porta bene o sfiga. Poi era il Blue Monday, che è una fake news, lo so, ma appunto, di questi tempi è già tanto che non ci abbiano fatto un Consiglio dei ministri. Poi è morto l’uomo più vecchio del mondo, era giapponese, 113 anni (ma anche lì vatti a fidare, l’ultima donna più vecchia del mondo che è morta si è scoperto che era una balla, si era tirata su gli anni per raggiungere quota 100). Insomma uno di quei “sad day, bad day” che pensi: stasera un biscottino di consolazione non me lo toglie nessuno. Invece è morto anche Armin Loacker, il re dei wafer, e ti sentiresti un cannibale, un avatar di Salvini, al solo pensiero di mordicchiare qualcosa di dolce. E poi niente, leggi questa notizia, ovviamente è l’unica seria e senza scherzi dell’elenco: un praticante avvocato di 31 anni è precipitato dalla tromba delle scale del tribunale di Milano, è grave, perché i parapetti sono troppo bassi (75 cm), ma il palazzo è di Piacentini e sono vincolati. Ma il peggio viene dopo. E’ arrivato Bonafede, il ministro, a dire che l’episodio è “inaccettabile” e che “non può accadere in un tribunale e in uno stato come il nostro che una persona si faccia male perché si appoggia a un parapetto”. Che ti viene da dirgli: ma benedetto ragazzo, lo sai quante persone innocenti si sono fatte male, nei tribunali, e non per colpa dei parapetti ma di come ci si lavora dentro? Solo che a quelli, al massimo, gli dite “e che, dovevano offrirgli un cappuccino?”.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"