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Il razzismo reversibile

Maurizio Crippa

Oggi il vero problema è la reversibilità delle idee. Siamo tutti cervelli fluidi, e possiamo pensare tutto e il contrario di tutto e spararla come non ci fosse un domani

Eravamo così impegnati a dare dello stronzo al vicesindaco di Trieste, quello che butta le coperte dei senzatetto, che ci eravamo quasi persi la stravagante performance di Barbara Berlusconi – sul giornale che dava di molestatore di minorenni al suo babbo un giorno sì e l’altro pure – in difesa delle donne che alla domenica vogliono andare a vedere la partita anche in Arabia Saudita. Si era detta pronta al boicottaggio, immemore, le hanno fatto notare, di quando era presidente di una squadra che aveva per sponsor una ditta degli Emirati Arabi: brave persone, per carità, ma non proprio la repubblica delle donne. Il vero problema, però, in fondo non è Lady Barbara e nemmeno la memoria. Oggi il vero problema è la reversibilità delle idee. Siamo tutti cervelli fluidi, e possiamo pensare tutto e il contrario di tutto e spararla come non ci fosse un domani, e tantomeno un quarto d’ora fa. Per limitarci al razzismo e al calcio. Matteo Salvini si era appena buttato a gamba tesa contro le discriminazioni delle donne sulle tribune saudite, vincendo persino l’imbarazzo di trovarsi d’accordo con Laura Boldrini. Poi ieri ha partecipato all’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. E alla fine ha dichiarato, bello fresco, di essere contro la sospensione delle partite quando ci sono i buuu razzisti: un tema “molto scivoloso”. Preferisce “prevenire” e non farsi ricattare da “una frangia minoritaria”. Ma soprattutto “è difficile trovare criteri oggettivi per la decisione”, ha detto l’uomo che cantava cori contro i napoletani.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"