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Siamo antirazzisti solo in serie A

Antonio Gurrado

Tutti a gridare allo scandalo per Koulibaly ma in Promozione nessuno fiata per gli insulti rivolti dall'arbitro a Gueye Ass Dia

Spiegatemi: pagine e pagine di dibattito per generici ululati contro Koulibaly e praticamente niente, massimo un articoletto, per Gueye Ass Dia? Si tratta del portiere senegalese della squadra di Serino, provincia di Avellino, che è stato bersaglio di specifici insulti da parte dell’arbitro della sua scorsa partita, tanto che il presidente ha ritirato la squadra dal campo. Questa storia, anzi la mancata reazione collettiva a questa storia, ha due morali una peggiore dell’altra. La prima è che molti italiani sono antirazzisti solo quando c’è da fare bella figura: tutto il mondo (ci illudiamo) guarda la serie A quindi siamo lesti a proclamare #siamotuttiKoulibaly, mentre nessuno guarda il campionato di Promozione quindi l’offesa a Gueye Ass Dia passa in cavalleria. La seconda è che molti italiani sono inflessibili antirazzisti quando c’è da colpire nel mucchio, com’è stato per i buuu dagli spalti di San Siro rimasti senza responsabilità individuali e colpiti da una squalifica sommaria. Quando invece il razzismo proviene da una figura dotata di autorità, come un arbitro che in campo incarna le regole ovvero l’ordine ovvero quanto di più assimilabile a un’istituzione, la notizia ci lascia largamente indifferenti un po’ perché diamo per scontato il sopruso, un po’ perché non si sa mai.

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