(Foto Pixabay)

Le frecce di John e il sovranismo antropologico

Maurizio Crippa

Il missionario evangelico ucciso in spiaggia e i truci rutti su Silvia Romano

Sembra uscita da una mitologia ancestrale, senza luogo e tempo, la storia di John Allen Chau: il missionario evangelico di 27 anni che s’è fatto trafiggere con le frecce su una spiaggia delle Andamane dai guerrieri dell’ultima tribù pre neolitica rimasta sulla Terra, che voleva convertire alla fede in Gesù. Eppure, nel suo guscio di noce di evidente follia (scusaci Gramellini), dacché pensava pure che North Sentinel fosse la “roccaforte di Satana”, la storia del missionario John ha qualcosa di urgente e moderno, occidentale. O di orientalista, direbbe Edward Said. E ci dice qualcosa sugli scontri di civiltà e le peripezie dell’antropologia culturale anche più del cannolo di Dolce & Gabbana in Cina, sebbene valga molti meno soldi. E anche più dei truci rutti su Silvia Romano: aiutarli a casa loro; no contrordine, starsene a casa propria.

 

Qualche memore di Levi Strauss ha ricordato che bisogna rispettare i selvaggi, per quanto poco buoni, nel loro habitat, e pour cause. Del resto i missionari gesuiti si facevano uguali fin nei vestiti ai popoli che andavano a convertire: l’esportazione evangelical-millennial della religione americana è un’altra cosa. Però, in fondo, lui voleva portare una Buona novella: sarà un crimine proibito? Ma qualcuno, e meno male, ha ribaltato il tema: se un giorno i sentinelesi volessero visitare una nuova spiaggia, dovrebbe essere ricacciati a mare? Li dovranno ammazzare? Oppure la terra è di tutti, e i confini una linea sottile? E se tutta la nostra antropologia delle differenze si riduce a un inchino al sovranismo con le frecce, sarà più bello il mondo?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"