Il Ponte di Pontenove, a Bedizzole, in provincia di Brescia (foto via Wikimedia)

Via parità delle donne

Maurizio Crippa

Il caso Bedizzole, dodicimila anime in provincia di Brescia, dove l'assessore alla cultura Rosangela Comini si è accorta che non c'è una strada al femminile: un attentato toponomastico

Bedizzole, non sapete nemmeno dov’è. Fa dodicimila anime in provincia di Brescia, adagiato in quella pianura laboriosa e per antonomasia ricca, più simile a un non luogo che alle sue radici antiche, che in qualche pagina, in qualche odiografia, il grande Aldo Busi da Montichiari è riuscito a evocare. Orbene, a Bendizzole, terra di cattolicesimo progressista, l’assessora alla Cultura Rosangela Comini, s’è accorta con disappunto che non una via, non una piazza o un tratturo porta il nome di una donna.

 

Un attentato toponomastico alla parità di genere doloroso e da sanare. Neanche a una santa o a una Madonna, a una Kuliscioff del Basso Garda. Ma ora “le cose cambieranno”, dice, “stiamo facendo il concorso di idee ‘Bedizzole al femminile’ per individuare nomi di donne e battezzare alcuni edifici senza nome”. Un concorso rivolto a cittadine e cittadini dai 9 ai 18 anni, che hanno la memoria lunga. Saranno particolarmente gradite le bedizzolesi “che si siano distinte nel campo della cultura, del lavoro pubblico e privato, dello sport”. Peccato che per ora a nessuno venga in mente un nome di donna, a parte le due storiche ostetriche del paese “che hanno fatto nascere tutti”. Ce ne saranno, e torneranno in mente, siamo sicuri. Ciò di cui forse l’assessora dovrebbe essere sicura è altro: davvero la parità toponomastica cambierà il futuro, e persino il passato, del ruolo femminile? Comunque, bresciana per bresciana, su due piedi ci verrebbe: la Gelmini no?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"