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Mascherine al cinema? Ma se le sale sono vuote

Mariarosa Mancuso

Dal primo maggio liberi tutti, tranne gli spettatori. Cena di tre portate in tavolata vociante? Prego, accomodatevi. Cinema dove di norma si sta zitti e seduti compostamente sulla poltrona? Mascherina dalla pubblicità iniziale ai titoli di coda

Ma siete sicuri? Cinema con la mascherine fino al 15 giugno? Non si va più nelle sale buie per sbaciucchiarsi (a quell’età le nuove generazioni hanno imparato pratiche che non richiedono la vicinanza carnale e neppure la conoscenza). Lo sbaciucchio sarebbe l’unico rischio di contagio, minimo perché non raggiunge tutti gli sconosciuti della fila. 

Ammesso che nella stessa fila ci siano sconosciuti. Le due-tre volte che siamo andati al cinema negli ultimi mesi – anteprime mancate, link che gli uffici stampa non danno volentieri, come se invece di vederli scriverne, e magari spingere qualche spettatore verso la sala, ne facessimo turpe commercio – eravamo soli. O quasi, comunque piazzati – dall’algoritmo che ormai abbiamo ben funzionante in testa – agli angoli della sala.

Non troppo tempo fa sui Navigli a Milano chiedevano il green pass anche per bere un caffè seduti all’aperto, figuriamoci mangiare al chiuso. Dal primo maggio liberi tutti, tranne gli spettatori. Cena di tre portate in tavolata vociante? Prego, accomodatevi. Cinema dove di norma si sta zitti e seduti compostamente sulla poltrona? Mascherina dalla pubblicità iniziale ai titoli di coda. Protezione obbligatoria, per chi prima si era accalcato per l’aperitivo, e per chi dopo andrà a divertirsi in altri locali. Si sa che il cinema non è il più divertente tra i divertimenti – dicono – quindi poi bisogna aggiungere qualcosa. Se no, a casa con la pizza e la birra, qualcosa da vedere in streaming c’è sempre.

Viene la tristezza, e non si capisce se gli esercenti e i produttori siano ormai rassegnati, oppure vengano lautamente “ristorati”, oppure stiano pensando di trovarsi un altro mestiere. Bisogna aggiungere che le sale incassavano anche con le vendite di snack, bibite, e le mitiche bomboniere: mercato precipitosamente crollato con la pandemia. E già le bomboniere non erano più oggetto del desiderio da quando si trovano sugli scaffali del supermercato.

Non abbiamo mai sopravvalutato le sale buie, per vedere un film bello basta lo schermo del computer (sono i film mediocri che ci guadagnano sul grande schermo). Ma i soldi veri si fanno ancora in sala, tanto più che il modello di business delle piattaforme non funziona secondo i piani. Milioni e milioni spesi per fabbricare “contenuti” e solo adesso qualcuno avanza l’ipotesi che i soldi bisogna saperli spendere. Non, per esempio, in serie e miniserie che si somigliano tutte, a furia di piallare i contenuti originali per non urtare neanche l’ultimo degli abbonati. Il triste modello sono le “confezioni giganti” del supermercato: vengono via con lo sconto, non le finirai mai, ma nello stesso tempo la ditta è sicura che con comprerai detersivo o carta igienica dalla concorrenza.    

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