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A Tavola

Pasqua come uno stile di vita sano

Giacomo Astrua

Le festività pasquali insegnano qualcosa che può valere tutto l'anno. Come applicare lo stile di vita pasquale alle abitudini alimentari quotidiane

Pasqua è il perfetto paradigma del corretto stile di vita alimentare. La Pasqua arriva, almeno per la tradizione cattolica, dopo giorni, potremmo dire, di sobrietà: la Quaresima. In questo periodo i cattolici praticanti cercano di non eccedere sotto tutti i punti di vista, alimentazione compresa. Spesso si rinuncia a qualche cibo più pregiato e ai vizi meno indispensabili, fino ad arrivare al digiuno del Venerdì Santo. Poi arriva Pasqua e iniziano i festeggiamenti! Lo sappiamo, la nostra tradizione, ma anche quella degli altri paesi con una radice cattolica/ortodossa, è ricca di cibi tipici di questo periodo come l’agnello, cucinato in tutti i modi, la pasta fatta in casa tipica del centro-Italia, il casatiello partenopeo, la torta pasqualina, l’impanata ragusana, il brasato al barolo e salumi di ogni sorta. Per non parlare dei dolci, colomba e uova di cioccolata in primis, seguite però da tante ricette tipiche di ogni regione, se non di ogni comune. 

 

A Pasqua non ci si risparmia, anzi si festeggia alla grande, anche perché è una festa che viene dopo un periodo di contegno. Ecco, secondo me ogni settimana dovrebbe essere una piccola Pasqua. Cosa intendo? Dal lunedì al venerdì basterebbe tenersi un po’, evitare gli extra e i cibi meno utili, come gli alcolici, i dolci e tutte le ricette particolarmente “pasticciate” e “pesanti”. Così facendo si gestiscono ben quindici pasti su ventuno settimanali (contando tre pasti principali al giorno) e questo significa avere un’alimentazione che al 60 per cento è corretta, sana e priva di calorie extra. Invece nel weekend ci si possono godere i pranzi o le cene con gli amici e i familiari, occasioni in cui togliersi ogni voglia alimentare e consumare cibi particolari o semplicemente ipercalorici.

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