ansa 

Editoriali

Sulla benedizione delle coppie irregolari il Vaticano ha deluso anche i progressisti

Redazione

La sveltina di mons. Fernández ha irritato pure gli ambienti progressisti, alimentando un caos che da tempo non si vedeva nella Chiesa

Non sono solo i soliti africani che si ribellano alle benedizioni delle coppie irregolari, come certa vulgata mediatica (per lo più italiana) tende a far credere. Si è già dato conto delle “perplessità” (eufemismo) di vescovi e cardinali tutt’altro che conservatori e distanti dal modello pastorale di Papa Francesco, ma quel che mancava è la velata irritazione di ambienti progressisti verso il chiarimento pubblicato dal dicastero per la Dottrina della fede giovedì scorso, quando lo stesso dicastero aveva detto (non più tardi di venti giorni fa) che non vi sarebbero state ulteriori spiegazioni in proposito.

 

Il sociologo Franco Garelli (non certo frequentatore di messe tridentine),  sulla Stampa, l’ha spiegato chiaramente: “La nota emanata dalla Santa Sede per far fronte ai vescovi di mezzo mondo che protestano per questo tipo di benedizione, più che calmare gli animi, alimenta le perplessità. Sia perché è una nota lunga, il che vuol dire che i dubbi sono molti e il dissenso è diffuso; sia perché circoscrive ancor di più le condizioni di questo gesto di prossimità nei confronti delle coppie gay-irregolari”. Desta ironia, poi, il fatto che le benedizioni debbano avvenire in un lasso di tempo che va dai 10 ai 15 secondi, “un tempo contingentato, istantaneo, quasi per evitare di lasciare una traccia”. Un documento, aggiunge il sociologo esperto di questioni ecclesiali, “frutto di improvvisazione, non adeguatamente ponderato” che scontenta “non solo i cattolici tradizionalisti” ma anche “i cattolici aperti che stimano Francesco ma vorrebbero degli indirizzi e delle decisioni più ripensate e più rispettose delle diverse condizioni”. L’allegra disinvoltura del prefetto argentino, insomma, sta alimentando un caos che da tempo non si vedeva nella Chiesa, che già non se la passava troppo bene in quanto a tranquilla gestione della quotidianità.