Editoriali

Idee via Vatican News per far finire la guerra: l'Ucraina si arrenda subito

Redazione

Anche l'organo ufficiale vaticano cade nell’ambiguità rispetto al conflitto. Intervista signori che sul conflitto in corso hanno idee più in linea con “l’abbaiare della Nato alle porte della Russia” che solidali con la tragedia che sta vivendo il popolo ucraino

Si arrabbiano, in Vaticano, quando qualcuno sottolinea l’ambiguità rispetto al conflitto russo-ucraino. Sì, certo: il Papa ha parlato di invasione “disumana” e “sacrilega”, ha dileggiato il Patriarca Kirill. Poi, però, i media ufficiali vaticani, addirittura con il direttore editoriale Andrea Tornielli, vanno a intervistare signori che sul conflitto in corso hanno idee più in linea con “l’abbaiare della Nato alle porte della Russia” che solidali con la tragedia che sta vivendo il popolo ucraino. Onore dunque alla chiarezza del gesuita francese Gaël Giraud, economista alla Georgetown University. “Vediamo – dice il professor Giraud – l’escalation militare e verbale di questa guerra, le stragi che sono state compiute, la distruzione delle città dell’Ucraina. Ma dobbiamo constatare anche l’esistenza di lobby belliciste che non vogliono la fine del conflitto, non vogliono un negoziato che porti sullo stesso tavolo i governi russo e ucraino a trattare su un progetto concreto, perché sono lobby interessate al riarmo e al cambio di regime a Mosca, cioè vogliono la fine di Vladimir Putin”.

Ma chi vuole questa guerra?, chiede Tornielli. Risposta: “Diciamo che la vuole innanzitutto la Russia, che ha aggredito l’Ucraina e commette crimini di guerra. Ma la preparano dal 2014 coloro che vogliono usare questa guerra per rovesciare Putin e mettere in ginocchio la Russia”. L’amore per il capo del Cremlino è sconfinato. Ma c’è dell’altro, perché il gesuita propone anche una soluzione al conflitto che consiste nel “riconoscimento dell’indipendenza del Donbass” e “lo stesso vale per la Crimea, che fino al 1954 faceva parte della Russia”. Inoltre – aggiunge – “serve l’impegno dell’Ucraina a non chiedere l’ingresso nella Nato, né oggi né in futuro”. Rispetto all’Europa, “la Germania, la Francia e l’Italia dovrebbero parlare con una voce sola e proporre un Piano Marshall per la ricostruzione sostenibile dell’Ucraina, secondo la transizione ecologica. Una pace negoziata, che assicuri i russi sui futuri confini della Nato, che da quando è caduta l’Unione sovietica non è più un’alleanza difensiva”. Il professor Giraud può dire quel che vuole, non siamo in Russia e le opinioni sono libere e quindi anche criticabili. Ma se l’organo ufficiale vaticano va a cercare proprio il dispensatore di tali posizioni, significa che forse è quello il messaggio che si vuol far passare. O no?

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