Luigi Di Maio (foto LaPresse)

Di Maio e “un tal Boneschi”

Massimo Bordin

L'ennesima gaffe di questo politicante sarà dannosa per la popolarità elettorale del M5s? Vorrei sperarlo

Luca Boneschi, come suo padre Marco che durante il fascismo aderì a Giustizia e Libertà e dopo la liberazione al Partito d’azione, militò nel Partito radicale e fu eletto deputato, dimettendosi subito per poter continuare a fare l’avvocato in difesa dei diritti civili e della libertà di espressione e di organizzazione. Quel giorno da deputato gli fece avere un vitalizio che l’onorevole Di Maio ieri, con una sua dichiarazione, gli ha rinfacciato di incassare. C’è solo il problema che Luca Boneschi è morto un anno fa. Ma la gaffe di Di Maio non è il problema. Ormai ne fa una al giorno e di sempre peggiori. Il problema è di aver esemplificato, del tutto a capocchia come si è detto, parlando di “un tal Boneschi” col suo sorrisetto di immotivata sufficienza.

Facile replicare, come sui social hanno ampiamente fatto, che in ogni caso un giorno da Luca Boneschi vale più di una intera vita da Gigino Di Maio. Ancora più facile suggerirgli di leggere il bel libro di Concetto Vecchio sul caso di Giorgiana Masi, per scoprire chi fosse l’avvocato Boneschi. Molti mi dicono che per questo l’ennesima gaffe di questo politicante sarà dannosa per la popolarità elettorale del M5s. Vorrei sperarlo, ma sono convinto che se qualche elettore grillino si informerà, scoprirà di odiare Boneschi e tutto quello che rappresenta.

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