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Viva il Boss

Roberto Maroni

Niente politica, solo un inno di gioia a Bruce Springsteen, il mito vivente che ha scatenato la passione per il rock in generazioni di giovani di tutto il mondo

No, caro lettore, non parlo di mafia. Né di vicende giudiziarie che ipotizzano collegamenti tra politici e boss di Cosa Nostra. E non parlo neanche del mio amico Umberto Bossi, a cui auguro di rimettersi presto in forma per continuare la storica battaglia della Lega su autonomia e Nord libero. Oggi niente politica. “Viva il Boss” è un inno di gioia a Bruce “The Boss” Springsteen, il mito vivente che ha scatenato la passione per il rock in generazioni di giovani di tutto il mondo. Me compreso. L’arzillo settantenne ci ha abituato, nei suoi quarant’anni di attività, a cose sorprendenti: esibizioni da superman sul palco, impegno politico e sociale, dolcezze infinite con brani romanticissimi dedicati a Patti Scialfa, corista-compagna e suo grande amore. Lui ha milioni di fan in tutto il mondo, che hanno comprato oltre 120 milioni di dischi made in Thunder Road. E’ uscito ieri il nuovo album del Boss: “Western Stars”. E’ un viaggio nel tempo e nello spazio. Piccole storie che raccontano sogni e fallimenti, toccare il cielo con un dito per un secondo e finire con il sedere sulle strade impolverate del Far West. La California, Joshua Tree e gli  sconfinati paesaggi. Gli anni Sessanta e gli anni Settanta del secolo scorso. Un album stupendo. Impossibile perderlo. Un solo rammarico, l’assenza della storica “E Street Band”, gli amici di una vita. Ma The Boss è così: We were born to run, Siamo nati per correre. Un brano del 1975, ma di strepitosa attualità. Soprattutto nella politica italiana. Stay tuned.

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