Luigi Di Maio (foto LaPresse)

#mavaffa

Roberto Maroni

La grande bellezza dell’incapacità di resistere alla tentazione di spararla più grossa

Ogni giorno succedono cose tanto strane da meritarsi un sincero VAFFA. C’è solo l’imbarazzo della scelta: l’ONU che manda i caschi blu in Italia per controllare che l’Italia sia ancora un paese democratico (#maVaffa); il guatemalteco Di Battista che accusa Salvini di essere pompato (senti chi parla: #maVaffa) e che attacca la Lega per come ha speso “i soldi dei cittadini” (già, proprio lui che sta in vacanza con gli stessi soldi degli stessi cittadini: #maVaffa2); il ministro Di Maio che riforma con un guizzo il sistema delle autonomie regionali spostando Matera dalla Basilicata in Puglia (#maVaffa); lo stesso ministro che vuole nazionalizzare le autostrade senza rendersi conto che così regalerebbe miliardi a quei Benetton che lui dichiara ogni giorno di voler distruggere (#maVaffa); ancora lui, geniale millennial, che vuole chiudere i piccoli negozi la domenica, favorendo così i giganti stranieri dell’e-commerce (#maVaffa_online); la magistratura, infine, che ha ripreso a sparare a vista contro la Politica a prescindere dal codice penale, configurando anche comportamenti criminali ad hoc (#maVaffa_speciale). La grande bellezza, eccola qua, in mezzo a noi. La grande bellezza dell’incapacità di resistere alla tentazione di spararla più grossa, di fare rumore, di generare polemiche. Per qualche “nuovo” politico l’importante non è trovare soluzioni giuste a problemi reali, ma trovare alla sera in bacheca il maggior numero possibile di like. Evviva la Terza Repubblica. Stay tuned.

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