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Bandiera Bianca

Personaggi in cerca di attori

Antonio Gurrado

Cortocircuito sul ruolo di "Riccardo III" al Globe di Londra. Dinnanzi agli scudi dell'indebita appropriazione culturale, forse, è meglio non recitare più Shakespeare 

Piccolo cortocircuito a Londra: al Globe è in cartellone il “Riccardo III”, che tanto scandalo aveva destato quando il ruolo principale era stato affidato a un’attrice, Michelle Terry, decana delle scene shakespeariane. La scelta ha causato polemiche da parte degli attori disabili, secondo i quali a interpretare il sovrano disabile doveva essere a uno di loro. In effetti l’attrice protagonista si sta macchiando di qualcosa di molto simile all’appropriazione culturale, simulando di essere affetta da scoliosi idiopatica. Michelle Terry però è donna: quindi, recitando il ruolo di un sovrano maschio, sta anche conseguendo un notevole risultato in materia di parità di genere. È al contempo all’avanguardia più spericolata e alla più turpe retroguardia.

Tuttavia, è bianca; non sarebbe stato meglio affidare lo stesso ruolo a una persona di colore, con un anacronismo in stile “Bridgerton”? Senza contare che il ruolo di Riccardo III è negativo, quasi mostruoso: farlo quindi interpretare da un disabile, da una donna o da una persona di colore implicherebbe associare una di queste categorie a una figura discutibile, col rischio di far passare al pubblico un messaggio discriminatorio. Resterebbe l’opzione di affidare la parte da protagonista a un attore maschio, bianco, non affetto da disabilità; ma sarebbe l’ennesima occasione in cui a primeggiare è il solito privilegiato. Forse, allora, l’unica soluzione è non recitare più Shakespeare.

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