Porta Venezia a Milano - foto Ansa

Bandiera Bianca

Milano è la città dei single

Antonio Gurrado

Nel capoluogo lombardo il 56 per cento delle abitazioni ha un solo abitante secondo i dati dell'anagrafe del comune. Dov'è la massima concentrazione di scapoli? Nel quartiere queer di Porta Venezia

Mentre varie città si litigano il titolo di capitale dell’amore (Parigi, Venezia, Verona, per certi versi Amsterdam), Milano è senza discussione la città dei single. Suffragano l’ipotesi i dati forniti dall’anagrafe del comune, secondo cui il 56 per cento delle abitazioni milanesi ha un solo abitante, per un totale di 227.000 donne e 216.000 uomini. I numeri non mentono mai, però ci parlano in una lingua straniera che è necessario interpretare con qualche sforzo. Ad esempio, cosa vorrà mai dire che la maggior densità di famiglie numerose si riscontra nei quartieri noti per essere poveri e ad alto tasso di delinquenza? Che chi guadagna poco fa più figli perché si annoia o che far figli impoverisce? Che più bambini nascono, più criminali crescono? Chissà.
 

Di sicuro è interessante il dato relativo alla massima concentrazione di single, che si trova a Porta Venezia. Ebbene, Porta Venezia è il quartiere queer, quello più aperto di tutti in materia di diritti. La stazione della metro è tinta di colori arcobaleno, in Corso Buenos Aires culmina il gay pride, le luminarie natalizie augurano soltanto di realizzare i propri desideri. Porta Venezia è il quartiere tutto imperniato sul principio del love is love; è il quartiere più libero e gioioso in materia di sentimenti. Quindi bisogna capire se i single vadano tutti a vivere lì per cercare l’amore, oppure se, a furia di cercare l’amore, non si rischi di restare tutti single.

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