Ansa

Bandiera bianca

Chi difenderà la carne sintetica made in Italy?

Antonio Gurrado

Lega, FdI e gli altri sovranisti non se ne rendono conto: se non se ne occupano loro, alla fine, a tutelare i nuovi prodotti alimentari, resterà solo Bruxelles 

“Grilli croccanti? Carne sintetica? Se li mangino a Bruxelles!”, sbotta un manifesto della Lega escogitato, leggo, “in difesa dei prodotti italiani”. È singolare che poi in primo piano, nell’illustrazione di detti prodotti italiani, campeggi un pomodoro: non solo in quanto il pomodoro è un prodotto che proviene dalle Americhe, come ormai sa perfino l’inane pomodoro stesso, di cui ignoravamo l’esistenza ai tempi in cui l’Italia era grande, dico quelli dell’impero romano, di Dante, di Lorenzo il Magnifico; ma, soprattutto perché, a osservare la foto, chi mi garantisce che quel pomodoro sia un prodotto 100 per cento italiano? Non potrebbe essere stato coltivato su suolo spagnolo? Non potrebbe essere stato raccolto da braccianti  centrafricani? Non potrebbe essere stato distribuito da ditte con la sede fiscale in Irlanda o negli Stati Uniti?

Meno ancora, tuttavia, comprendo la correlazione fra le due metà del manifesto. In difesa dei prodotti italiani, sono certo infatti che alleveremmo grilli commestibili più croccanti di quelli asiatici, e che il nostro ingegno tecnologico ci indurrebbe a produrre carne sintetica non solo più buona ma anche più bella di quella estera, magari addirittura di design. E quindi, se non lo fanno i partiti nazionalisti, chi difenderà i diritti dei grilli croccanti e della carne sintetica made in Italy? Forse Bruxelles?

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