Bandiera Bianca

Michele Emiliano eroe risorgimentale

Antonio Gurrado

Con la legge sull'autonomia differenziata torniamo all'Ottocento, dice il presidente della Puglia. Così i leghisti diventano i novelli austriacanti. Ma c'è persino il rischio Medioevo, a sentire Beppe Sala

Potreste non esservene accorti, ma è il 1815, forse il 1831, al massimo il 1848. Almeno secondo Michele Emiliano che, intervistato da Repubblica, ha detto che la legge sull’autonomia differenziata, in lettura oggi al Senato, riporta “allo stato preunitario”, con “venti repubbliche autonome con regole e caratteristiche operative diverse”. Certo, il Congresso di Vienna che si sta consumando sotto i nostri occhi assopiti non è fedelissimo all’accuratezza storica: dopo che la forbice di Metternich si abbatté sull’Italia, intesa come espressione geografica, gli staterelli non erano venti, non coincidevano con le attuali regioni, non erano repubbliche.

Vabbè, a contare è che Emiliano si sia proposto come eroe risorgimentale, sottintendendo che i leghisti siano novelli austriacanti che vogliono uno stivale calpesto e deriso. Se non che, da Milano, Beppe Sala ha specificato come il problema dell’autonomia differenziata sia dare troppo peso alle regioni rispetto alle singole città. Quindi non al Risorgimento bisognerà tornare, bensì al Medioevo; all’età della lotta autonomista dei comuni contro l’imperatore Emiliano Barbarossa.

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