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Bandiera Bianca

Chissà perché non è mai colpa dei preti

Antonio Gurrado

Il numero di studenti che si avvale dell'insegnamento della religione cattolica è crollato ma per i prelati è colpa dei genitori atei. Una riflessione dalle parole di Machiavelli di cinquecento anni fa

Sfogliavo oziosamente un quotidiano locale, quand’ecco l’occhio mi cade su una notizia che tanto locale non è: in quella città – che potrebbe benissimo essere un’altra poiché accade dappertutto – è crollato il numero di studenti che si avvale dell’insegnamento della religione cattolica. Al riguardo viene consultato un prelato, il quale spiega come la tendenza sia in realtà dovuta al caso che l’attuale generazione di adolescenti sia la prima a discendere da genitori atei su vasta scala, e che insomma è colpa loro se i figli non si avvalgono. Non viene sfiorato, il prelato, dal sospetto che, se i genitori dei ragazzi d’oggi sono diventati atei, sarà pur stata colpa di qualcuno.

Del resto sono passati solo cinquecento anni da quando Machiavelli scriveva che “abbiamo, adunque, con la Chiesa e con i preti noi italiani questo primo obligo, di essere diventati sanza religione e cattivi”; probabilmente è ancora troppo presto per metabolizzare cotanta verità. E anche allora, probabilmente, salterà su qualche serafico prelato, consultato come esperto in materia, che provvederà a rassicurarci: se l’Italia è scappata dal cattolicesimo, non necessariamente dipende dai preti. Magari è colpa dei loro genitori.

 

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