Bandiera Bianca

Come può educare ai sentimenti una scuola che non è in grado preparare all'università?

Antonio Gurrado

I dati della fondazione Agnelli mostrano che il 18,8 per cento dei diplomati nel 2020 non ha ancora dato nemmeno un esame al primo anno di università. Ma la notizia vera di questo report sta altrove

Uno su cinque: precisamente il 18,8 per cento dei diplomati nell’anno del Covid non è riuscito a dare nemmeno un esamino nel corso del primo anno di iscrizione universitaria. I giornali riprendono i dati diramati dalla Fondazione Agnelli imperniando la notizia sul danno che la didattica a distanza deve aver causato ai maturati del fatale 2020. In realtà basta grattare appena appena la superficie per scoprire che la notizia sta altrove: l’anno prima la percentuale degli schiantati, dei nullafacenti d’ateneo, era del 16 per cento, e l’anno prima ancora del 14 per cento.

 

Non mi sembra che nel 2018 e nel 2019 imperversassero pandemie o lezioni da remoto, eppure come percentuali siamo lì, e di endemico c’è solo la crescita costante del numero di diplomati non attrezzati, che escono da scuola con il pezzo di carta a mo’ di foglia di fico. Pertanto, la vera notizia è piuttosto una domanda. Adesso tutti blaterano di introdurre a scuola lezioni di educazione affettiva, una tre cinque ore a settimana, tenute da psicologi ed esperti a vario titolo, testimonial e influencer, nani e ballerine; ma come può preparare a una cosa complicata come la vita sentimentale una scuola che non è in grado di preparare a una cosa banale come l’università?