Foto Ansa

bandiera bianca

Sentire parlare Vannacci in camicia riporta tutto in prospettiva

Antonio Gurrado

Nelle sue apparizioni televisive, il generale in abiti borghesi ricorda a tutti che le sue idee non sono tanto più interessanti o scandalose di quelle di un qualsiasi zio logorroico 

Credo a causa di un contatto, ieri sera il mio televisore si è acceso sintonizzandosi su Rete 4 proprio mentre parlava il generale Vannacci. E, per quanto il dibattito fosse accattivante – trattavasi di una disputa metavannacciana, in cui Vannacci disquisiva della liceità che Vannacci sostenesse pubblicamente le tesi contenute nel libro di Vannacci – io non riuscivo a staccare gli occhi da un unico dettaglio, la camicia indossando la quale Vannacci conduceva l’intervento da casa propria. Era una normalissima camicia, per carità, e nessuno si aspetta che un generale stia in alta uniforme nel tinello. L’indumento incarnava però tutto il paradosso del generale Vannacci: finché esprime le proprie idee in quanto generale, causa interesse e scandalo fra chi questiona che un generale possa liberamente esprimerle mentre è in divisa; se invece le esprime da uomo libero, da persona che sta in camicia a casa propria, nulla rende le sue idee più interessanti o scandalose di quelle di un qualsiasi zio logorroico che autopubblica una raccolta di pensieri allo stato brado. Così ipnotizzato, vedevo Vannacci parlare ma udivo Wright Morris dire che “un militare lo si può conoscere solo quando indossa abiti borghesi e rivela com’è davvero”, oppure Gianni Rodari dire che “un generale in mutande non è più un generale”. Vecchie frasi provenienti da vecchi libri dimenticati, come lo sarà quello di Vannacci fra qualche tempo. Allora ho spento la tv e, per sicurezza, ho staccato la spina.

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