Maxime Godart in "Il piccolo Nicolas e i suoi genitori" (Le Petit Nicolas), film del 2009 diretto da Laurent Tirard 

La prof pugliese dei 100 e lode da record e qualche dubbio terminologico

Antonio Gurrado

La docente di latino e greco del Flacco di Bari, con quattro lodi e otto cento nella sua classe, dice valorizzare il merito significa essere “più accoglienti” e riconoscere il percorso scolastico, anziché avere il braccino corto come gli insegnanti del nord

La prof di Bari intervistata dal Corriere dice che in fin dei conti è tutta una questione terminologica: se al sud i risultati dell’esame di stato sono molto migliori di quelli al nord, mentre gli esiti dei test Invalsi sugli stessi identici alunni dimostrano esattamente il contrario, è perché al sud gli insegnanti valorizzano il merito mentre quelli del nord no. In fondo, argomenta, il ministero dell’istruzione ha voluto aggiungere un bell’“e del merito” alla propria dicitura; quindi basta intendersi su cosa significhi “merito”. Secondo la prof di Bari, valorizzare il merito significa essere “più accoglienti” e riconoscere il percorso scolastico, anziché avere il braccino corto come gli insegnanti del nord, che probabilmente a Bari vengono raffigurati con occhi di bragia e fumo che esce dalle nari mentre divorano l’innocente maturando solo perché non ricorda la data in cui è scoppiata la Prima guerra mondiale o la formula della caduta tendenziale del saggio di profitto. Il Corriere non ospitava un’intervista speculare; possiamo però presumere che, secondo i famigerati insegnanti del nord, valorizzare il merito consista nel cercare di sgranare un po’ di più le valutazioni anziché elargire cento a capocchia (anche se alla fine anche loro promuovono tutti). La prof di Bari ha ragione, è tutta una questione terminologica: basta intendersi su cosa significhi “merito”, su cos significhi “istruzione”, su cosa significhino “esami”, “stato” e “Italia”.

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