bandiera bianca

Cosa hanno in comune Federico Moccia e Robert Lewandowski

Antonio Gurrado

Entrambi si sono laureati con una tesi su sè stessi, Ma il caso dello scrittore presenta aspetti ben più  rilveanti del solipsismo che tanta ilarità ha destato. La vera questione è se, per conoscere la propria opera, un autore abbia bisogno di scrivere una tesi al riguardo

Facile fare gli spiritosi oggi su Federico Moccia che si laurea con una tesi su sé stesso; io avevo già fatto lo spiritoso sei anni fa, quando Robert Lewandowski si era laureato con una tesi su – no, non su Federico Moccia, su sé stesso anche lui. In realtà la laurea di Moccia presenta aspetti più rilevanti del solipsismo che tanta ilarità ha destato. La vera questione è se, per conoscere la propria opera, un autore abbia bisogno di scrivere una tesi al riguardo.

E un autore può parlare di sé in maniera competente, se non ha nemmeno uno straccio di laurea in lettere sul tema? C’è qualcosa che la tesi su Federico Moccia ha aggiunto al sapere di Federico Moccia sull’argomento? Questa tesi, insomma, è servita a qualcosa? O, come molte tesi di argomento letterario, è la solita accozzaglia di nozioni che si possono leggere e scoprire altrove, senza il valore aggiunto di un barlume di intuizione che faccia dire a Federico Moccia: “Oh guarda, una cosa su Federico Moccia che ignoravo”? Non è che tutti i letterati che ridono della tesi di Federico Moccia stanno in realtà ridendo dell’inutilità della propria tesi?

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