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bandiera bianca

Se lo sciopero della bianchezza nel Venerdì Santo discrimina i neri

Antonio Gurrado

Lo ha indetto un pastore metodista dell'Illinois. Risultato? La musica black viene considerata al pari di una penitenza

Il pastore di una chiesa metodista in Illinois ha indetto uno sciopero della bianchezza. O del biancore. In entrambi i casi in italiano suona male ma l’originale quello è: fasting from whiteness. E se temevo che il pastore, essendo bianco, per il Venerdì Santo si tingesse il viso di scuro o si sottoponesse a un trattamento inverso a quello di Michael Jackson, mi ha invece sorpreso annunciando che non ascolterà né trasmetterà in parrocchia musica di artisti bianchi ma solo di afroamericani e nativi.

Da tempo invale l’interpretazione secondo cui, nel cristianesimo, il digiuno non vada inteso solo come astensione dal cibo ma più generale privazione di un piacere: si può digiunare rinunciando a una serie tv, ai social, al sesso, al calcio, al divano preferito. E quindi chissà cosa penseranno afroamericani e nativi dell’Illinois quando scopriranno che un pastore metodista bianco ha pensato bene di dare per scontato che la loro musica sia meno gradevole di quella bianca, e che possa essere utilizzata come penitenza.

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