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BANDIERA BIANCA

Il miglior modo per tenere nascosto qualcosa? Basta pubblicarlo sul web

Antonio Gurrado

Il documento del ministero dei Trasporti con la frase ingiuriosa contro i ministri è stata online per settimane senza che nessuno se ne rendesse conto. Ma Internet non doveva essere il regno dell'immediatezza?

Im-me-dia-ta-men-te, dicasi immediatamente, all’istante, in un battibaleno, senza frapporre indugio alcuno, nel breve volgere di un batter d’occhio, azzarderei quasi precipitevolissimevolmente: con tal rapidità, leggo, è stata rimossa una frase ingiuriosa dal sito del ministero delle Infrastrutture, che associava i provvedimenti del Pnrr alle ulcere gastriche. Ora si cerca la cosiddetta manina, il responsabile del misfatto, l’infingardo che rema contro il dicastero, il comunicatore da scomunicare; e gli occhi di tutti s’infiggono su quello. Però, a ben leggere la notizia, emerge che la frasettina sarcastica incriminata, prima di essere rimossa immediatamente, è stata online per settimane senza che nessuno se ne rendesse conto.

 

Ma come? Internet non doveva essere il regno della trasparenza, dell’evidenza, dell’immediatezza? Non doveva servire a far cadere ogni velo di burocrazia, a squadernare tutto per tutti, a connetterci in tempo reale a ogni minima novità? Poi invece si parla di ulcere gastriche sul sito del ministero delle Infrastrutture e devono passare settimane, forse mesi, prima che qualcuno se ne accorga immediatamente? Va a finire che internet è l’evoluzione de “La lettera rubata” di Edgar Allan Poe: se volete che non si accorga nessuno di qualcosa, non è più necessario lasciarla in bella vista su una scrivania; basta pubblicarla online.

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