Una foto dal profilo Facebook di Alessandro Di Battista

bandiera bianca

Esercizi inutili per gli esegeti della politica da social

Antonio Gurrado

Quando i politici 4.0 postano qualcosa che non significa niente è perché non hanno nulla da dire

I minatori, chissà cosa significheranno i minatori. A margine dello psicodramma pentastellato se ne sta consumando un altro, meno eclatante ma non per questo trascurabile: quello degli esegeti della politica da social network. Così ieri è toccato al misterioso video postato da Di Battista, che ritrae un gruppo di minatori boliviani. Sarà un invito a far fatica per trovare un punto di equilibrio fra Conte e Grillo? Un’esortazione a scavare fino alle radici del MoVimento? Un invito a sventrarlo definitivamente? Chissà.

Ancora più complicato era stato riuscire a vaticinare le intenzioni di Conte dalla seguente omelia su Facebook: “È quando le certezze sembrano vacillare che si vedono la forza e la qualità dei giocatori, la forza e l’anima di una squadra. Avanti Azzurri!”. Solo apparentemente un commento alla partita con l’Austria; più probabile un appello all’unità dei grillini, o magari l’apertura a un partito della nazione con una rilevante chiosa ideologica capace di coniugare un ammicco a Forza Italia e un solido richiamo al socialismo. Per non parlare dell’articolo sul libero arbitrio (manco suo; di José Maria Delgado García) che Grillo ha pubblicato sul sacro blog. Voleva dire che la scelta è obbligata, che c’è sempre tempo di cambiare idea o che non è capace di intendere e di volere? Tutto pur di non ammettere che, quando sembra che i politici 4.0 postino qualcosa che non significa niente, è proprio perché è quello che hanno da dire. Niente.

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