(foto Ap)

bandiera bianca

Lo studio del Guardian sugli insulti ai calciatori inglesi non dice nulla di nuovo

Antonio Gurrado

I picchi di insulti vengono raggiunti quando la squadra non vince, e i bersagli principali sono gli attaccanti che restano a secco. Meno male che ci sono queste statistiche a farci capire come va il mondo

Sono rimasto sconvolto da uno studio del Guardian sugli insulti rivolti ai calciatori dell’Inghilterra su Twitter, a margine delle partite dell’Europei. I numeri rivelano impietosamente che: i picchi di insulti contro i giocatori della nazionale si verificano in concomitanza con le partite della nazionale; che fra i calciatori più insultati spiccano Kane e Sterling, gli attaccanti che non segnano; che parte di questi insulti è di matrice razzista; che gli insulti di matrice razzista sono più frequenti per Sterling, nero, che per Kane, bianco; che i messaggi offensivi sono stati più numerosi durante la partita che l’Inghilterra ha pareggiato rispetto alle  partite che ha vinto; che Sterling e Kane sono stati insultati alla stessa stregua nelle prime due partite ma che gli insulti a Sterling sono calati in occasione della terza, vinta con un goal di Sterling medesimo.

Non so cosa mi abbia spiazzato di più: se la scoperta che sui social gli utenti siano maleducati; la scoperta che i tifosi insultino i calciatori soprattutto quando non segnano o non vincono; la scoperta che i neri subiscano più insulti razzisti dei bianchi; o la scoperta che senza queste accurate analisi statistiche non riusciremmo affatto a capire come va il mondo.

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