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bandiera bianca

Perché leggere la Divina Commedia quando la si può mangiare?

Antonio Gurrado

Un noto marchio di gelati ha lanciato tre stecchi per celebrare l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Forse è un riferimento al fatto che molti usano Dante per riempirsi la bocca

Un noto marchio di gelati ha lanciato sul mercato tre stecchi in edizione limitata per celebrare un noto autore di poesie: fino ad aprile ha venduto l’Inferno, adesso arriva il Purgatorio mentre, in piena estate, sarà la volta del Paradiso. Tre considerazioni intorno al cor mi son venute. Una: se penso a un gelato che si chiama Inferno me l’immagino già sciolto e, se penso a un gelato che si chiama Purgatorio, m’immagino una cosa durissima che prima finisce meglio è. Per fortuna non è davvero così, ma nulla mi trattiene dal temere che il gelato Paradiso sarà pieno di gente che mi gira attorno cantando senza posa.

Due: potrebbe essere l’inizio di una nuova tendenza del marketing del gelato, dalle conseguenze potenzialmente incalcolabili. Una serie di dieci gusti che si chiama Decameron, un gelato sovraeccitante che si chiama Orlando Furioso, un bastoncino staccato dal gelato che si chiama Promessi Sposi, un gelato alla nicotina che si chiama Coscienza di Zeno, un gelato che viene pubblicizzato senza mai venire prodotto perché si chiama Sabato del Villaggio. Se lo fanno davvero, chiedo i diritti. Tre: non è che la promozione del noto marchio di gelati per celebrare il noto autore di poesie è un implicito, involontario riferimento alla nota preferenza italiana per le cose che si mangiano rispetto alle cose che si leggono? O magari è un velato riferimento al fatto che quest’anno molti usano Dante al solo scopo di riempirsi la bocca?

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