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Il Comune di Vittuone è l'inizio della fine del M5s

Antonio Gurrado

Il piccolo centro del milanese assiste sgomento alla scomparsa del movimento. E le dinamiche della sua estinzione non sono un caso isolato

Il Movimento 5 stelle si è estinto. Non ovunque, per ora, ma a Vittuone, piccolo centro del milanese, e chi ben comincia è a metà dell’opera. A seguito del varo del Conte bis, in disaccordo con la scelta di comporre un governo col Pd, non solo si è dimessa l’intera rappresentanza in Consiglio comunale (una persona) ma addirittura tutti i restanti attivisti locali (nove) hanno comunicato la propria uscita dal Movimento, che resta così una scatola vuota. Sopravvive per ora un canale YouTube cittadino con due iscritti, ma l’intendenza seguirà.

  

Il dettaglio significativo è tuttavia il modo in cui sono state presentate le dimissioni: una lettera indirizzata all’attenzione di Beppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio, ossia a un sedicente profeta elevato e a un uomo che purtroppo è deceduto. Il nucleo ideologico del Movimento – cui gli ex attivisti vittuonesi hanno fatto riferimento insistendo sui termini di fede e libertà – si colloca infatti in un orizzonte, più che utopistico, fortemente metafisico. Rivolgere un’istanza a persone che si trovano in un altrove (l’elevazione o la morte), allo scopo di contrastare i banali eventi concreti della politichetta terrena, indica quale sarà la strada del dissolvimento dei Cinque stelle anche oltre i confini di Vittuone: non le polemiche sulle alleanze, non l’esplosione della piattaforma Rousseau, non la conclamata incapacità amministrativa ma la scoperta che, nonostante l’impegno di attivisti ed elettori, la realtà continua a esistere imperterrita.

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