Il capo di gabinetto della provincia di Trento si tatua una svastica, ma va tutto bene

Antonio Gurrado

Lei si giustifica dicendo che è solo una runa. Ma davvero non cose del genere non fanno più notizia?

E dire che mi ero un po’ preoccupato allo scoprire che da qualche parte nel nord est, mi pare a Trento, il nuovo capo di gabinetto di non so quale istituzione, mi pare un assessorato provinciale, sfoggiasse su una determinata parte del corpo, mi pare il polpaccio, un tatuaggio dalla forma familiare, mi pare una svastica. Sono un ragazzo ingenuo quindi m’erano sorti alcuni dubbi inauditi: ma veramente qualcuno può aver vaghezza di farsi tatuare addosso una roba del genere? Ma veramente c’è qualcuno che di mestiere imprime croci uncinate sulle carni altrui? Ma veramente l’eco mediatica della notizia s’è risolta in qualche trafiletto sui giornali locali? Ma veramente l’assessore in questione ha detto che il tatuaggio di per sé non conta, se la persona che lo sfoggia si dimostra precisa e competente? Poi per fortuna è giunta a tranquillizzarmi la diretta interessata: non si tratta di una svastica bensì di un antico simbolo runico che indica la conclusione del ciclo di Odino. Meno male: vedete quante preoccupazioni ci si procura, in Italia, a furia di voler credere ai propri occhi?

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