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La patologia della scuola? Attualizzare tutto, persino Boccaccio

Antonio Gurrado

La parte difficile dell'insegnamento non è il qui e ora, ma spiegare come e perché le cose sono successe nel passato

Leggo che in una scuola di Torino è in corso un contenzioso fra un docente e un preside. Quest'ultimo è entrato nell’aula mentre l'altro teneva una lezione su Boccaccio e ne ha contestato il metodo d'insegnamento, pare subissandolo di domande volte a saggiarne la preparazione di fronte agli alunni. Non entro nel merito se non per un dettaglio indicativo: il preside ha rimproverato al docente di non essere in grado di spiegare quale sia l'importanza di Boccaccio oggi. Pretesa curiosa, calibrare la rilevanza degli argomenti in base al punto di vista odierno, criterio sotto il quale crollerebbero ampie parti del programma d'italiano, di filosofia, di storia, di arte e d'inglese, per non parlare di antiquate porzioni della scienza tipo Newton, Galileo e Lavoisier.

 

In generale un'accurata selezione degli argomenti d'insegnamento secondo il loro immediato interesse per gli alunni porterebbe alla completa eliminazione dei contenuti: il qui e ora si sposa malissimo al tentativo di tramandare una tradizione intellettuale. Né si può utilizzare questo criterio per valutare la capacità di un insegnante: son buoni tutti a inventarsi una supercazzola per dire che Boccaccio è importante ancora oggi, altroché, mentre bisogna essere davvero bravi per spiegare perché è stato così importante ieri.

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