foto tratta dalla pagina Facebook di Emanuele Giannelli

In Versilia la nuova frontiera dell'amore cristiano è un bacio gay

Antonio Gurrado

L'artista Emanuele Giannelli non solo ha detto che ogni bacio è un gesto d’amore ma anche che intendeva riprodurre nell'opera “l’emozione primaria dell’essere umano, che scaturisce tutta una serie di reazioni chimiche”

Scusate, ma davvero qualcuno si è scandalizzato perché in una chiesa è stata piazzata la statua di un bacio di fronte a un bassorilievo raffigurante Gesù? È accaduto alla pieve di San Martino di Azzano, vicino a Pietrasanta, che nell’ambito di una rassegna versiliana di arte contemporanea ha ospitato “Polaroid”, ovvero il busto di due uomini osculanti che però avrebbero anche potuto essere un uomo e una donna oppure due donne, insomma qualsiasi simbolo di romanticismo attivo. Mi sembra perfettamente normale. La nostra epoca ha da tempo abbandonato l’opportuno in favore dell’eclatante, ragion per cui non c’è niente di male se decido di saltare con le scarpe inzaccherate in mezzo a una moschea o di andare a mulinar prosciutti in sinagoga, purché dichiari di star facendolo per comunicare un messaggio di amore e fratellanza volto a scuotere le coscienze. Ed è ciò che ha detto l’artista Emanuele Giannelli, dichiarando non solo che ogni bacio è un gesto d’amore (era d’accordo anche Giuda Iscariota, se non sbaglio) ma anche che intendeva riprodurre nella propria opera “l’emozione primaria dell’essere umano, che scaturisce tutta una serie di reazioni chimiche”. Gli ha dato manforte il parroco don Luppi, il quale ha accolto l’opera spiegando che “la chiesa è nata per il destino più ampio delle cose” e, infatti, nessun fedele pare essere stato urtato dall’accostamento di sacro e profano. Non si capisce insomma chi si sia scandalizzato ottenendo che la statua venisse rimossa dalla chiesa ed esposta sul sagrato; probabilmente un eccesso di zelo da parte degli organizzatori del Cibart, ignari del fatto che la più profonda vocazione del cristiano contemporaneo non è salvarsi ma emozionarsi, comprendere il destino più ampio delle cose con tutta una serie di reazioni chimiche.

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