La chiesa di don Biancalani

Gli applausi alla messa di don Biancalani trasformano la chiesa in uno show

Antonio Gurrado

Così il sacerdote che aiuta i migranti ha trasformato l'eucarestia in un corteo di strada

Non illudetevi: alla fine la chiesa pistoiese di Vicofaro è stata invasa comunque. Non da Forza Nuova, la cui odiosa pretesa di vigilare sulla dottrina di un unto è stata arginata dalla saggezza del vescovo, che ha deciso di affiancare un concelebrante a don Biancalani, il sacerdote assurto agli onori della cronaca per avere portato degli immigrati a rinfrescarsi in piscina. Durante la Messa domenicale, la chiesa è stata invasa dalla tv, non nel senso spiccio di telecamere ma nel senso lato di propensione culturale a battere le mani: nel corso della funzione i giornali hanno contato una decina di applausi, come se i fedeli stessero assistendo a “Fantastico”.

 

 

È stata invasa da atei e musulmani, che non hanno resistito alla curiosità di vedere e farsi vedere, trasformando l'eucaristia da miracolo in evento sociale né più né meno di un corteo di strada; e infatti sul sagrato risultano esserci stati cori e lanci di pomodori. È stata invasa dalle parole in libertà che rendono insopportabili tante messe in Italia: confondendo la parresia con la logorrea, don Biancalani si è lanciato in un'omelia di mezz'ora sulla rava e la fava prendendosi il triplo del tempo di quello che, nelle letture, viene concesso di consueto a Gesù e ai profeti. Non è questione di dottrina quanto di concezione di sé; concentrarsi sul manganello fa perdere d’occhio l’orologio.

Di più su questi argomenti: