Facciamo così, l'onta del fumo passivo è l'ultima nostra chance erotizzante

Giulia Pompili
Tutte le colpe delle sigarette altrui (e la libertà). Entra in vigore l'ennesima legge sul divieto di fumo, e i fumatori mestamente riconoscono la sconfitta. Non ci resta che aspettare che qualcuno ci chieda: "Esci a fumare?".

Il fumo passivo fa ingrassare. Il fumo passivo ammazza cani e gatti. Il fumo passivo mette a rischio la fertilità. Il fumo passivo rovina i denti dei bambini. Il fumo passivo ha gli stessi effetti del logorio della vita moderna. Ecco, il fumo passivo è come lo stress, è la bestia su cui ci si accanisce per qualsivoglia sintomo dall’eziologia poco chiara. Philippe Even, famoso e controverso pneumologo francese, si è battuto per anni perché venisse riconosciuta l’inesistenza scientifica della nocività del fumo passivo – poi è stato sospeso, per aver difeso il colesterolo e accusato le industrie che producono farmaci anticolesterolo. Insomma, non che avessimo mai voluto ammazzare qualcuno, fumando, ma la battaglia di noi fumatori è persa, e mestamente riconosciamo la sconfitta.

 

Da martedì 2 febbraio entra in vigore il decreto legislativo n. 6 del 12 gennaio 2016, che recepisce la direttiva 2014/40/UE. Non si può fumare in macchina con un minore, non si può fumare in macchina con una donna incinta – e ci si chiede però perché le due categorie possano liberamente circolare nelle metropoli, dopo certi “dossier choc sull’inquinamento”, non sarebbe meglio chiuderli in casa come a Pechino? – ma da martedì è vietato fumare pure fuori dall’ospedale, se lei sta partorendo. Si dovrà comunque attraversare la strada e allontanarsi il più possibile, ché la “pertinenza esterna” dell’ospedale vai a capire dove inizia e dove finisce. Scappare, con quel senso di vergogna che tutti i fumatori hanno quando sono in minoranza, la stessa che si prova davanti a un consesso di vegetariani, se si prova a rivendicare la libertà di mangiare della carne piena di ormoni.

 

Il surrogato della sigaretta elettronica è durato poco, un fuoco fatuo, prima che la scure della regolamentazione si abbattesse pure sul vapore. I fumatori ormai si muovono volontariamente in processione verso gli angoli a loro dedicati, e non s’interessano più nemmeno di contestare norme illiberali, con fondamenti scientifici poco chiari, come quella che da oggi vieta la vendita dei pacchetti da dieci sigarette, che costando la metà finge di raddoppiare il potere d’acquisto dei tabagisti. Poveracci. Chris Brown, bad boy del pop-rap americano, che non si è vergognato di ammettere gli sganassoni contro Rihanna, ieri è stato accusato di aver provocato l’asma alla figlia Royalty per via del fumo passivo, e si è sbrigato a dire che mai e poi mai avrebbe potuto toccare una sigaretta davanti alla pargola. E un secolo è passato dal 1974, quando David Bowie pubblicò “Rock’n’roll suicide”. La canzone, straziante, si apre con una citazione di “La pipa” di Charles Baudelaire: “Il tempo prende una sigaretta, te la mette in bocca, alzi un dito, poi un altro dito, poi la tua sigaretta”, ed è una metafora della vita quella del fumare in fretta, oppure lentamente.

 

[**Video_box_2**]Nella serie tv “The Leftover”, chi si unisce alla setta dei Colpevoli sopravvissuti veste solo di bianco, smette di parlare e fuma tutto il giorno. I Colpevoli sopravvissuti si appostano davanti alle case dei non-adepti, in piedi, in silenzio, con la sigaretta accesa. E’ così che deve vedere i tabagisti l’Organizzazione mondiale della sanità, il carrozzone burocratico che dal 1999 ha una convenzione indipendente “sul controllo del tabacco”, definito “un’epidemia”, e che ha deciso che i pacchetti devono avere immagini raccapriccianti. Noi pure oggi ci adeguiamo, con la solita prontezza. A doverlo trovare, un aspetto positivo, è l’attesa di quel “usciamo a fumare?”, che ormai è più del “ci prendiamo un caffè”, perché anticipa una complicità furtiva, per non dire erotizzante. Se non fosse che poi, il tabacco, di sicuro rende pure impotenti.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.