Oxford blocca il sabba del politicamente corretto

Redazione
I finanziatori dell’Oriel College si ribellano alle richieste degli studenti antirazzisti che vogliono rimuovere la statua di Cecil Rhodes, storico filantropo dell'Ateneo inglese

Roma. Lo scorso 17 dicembre, l’Oriel College di Oxford annunciò il lancio di una consultazione fra studenti, professori e staff per decidere cosa fare della statua di uno dei più antichi benefattori dell’università, Cecil Rhodes, protagonista dell’epopea coloniale di Sua Maestà, al quale tra l’altro fu intitolata la Rhodesia (oggi corrispondente a un territorio fra Zambia e Zimbabwe). La statua di Rhodes va rimossa – dicono gli attivisti che intanto hanno già convinto l’università a togliere di mezzo una targa commemorativa – perché l’imprenditore e politico britannico sostiene idee “razziste” e “da colonialista”; tutt’al più sarebbe corretto dire che egli “sosteneva” tali idee, visto che Rhodes è vissuto tra il 1853 e il 1902. Eppure, secondo Ntozoko Qwabe, studente sudafricano che guida la campagna “Rhodes must fall”, cioè “Rhodes deve cadere”, a un protagonista del Diciannovesimo secolo andrebbero applicati gli standard morali del Ventunesimo secolo. E conta poco o nulla che lo stesso Qwabe – come si è scoperto poi – abbia ricevuto una lauta borsa di studio dal Fondo Rhodes.

 

Fino allo scorso 13 gennaio, tutto sembrava filare liscio per gli abbattitori di statue in nome del politicamente corretto. Fino a quando Lord Patten, cancelliere ossia supremo vertice dell’Università di Oxford, ex presidente del Bbc Trust nonché ultimo governatore britannico di Hong Kong, ha tuonato contro quelle iniziative che “minacciano la libertà accademica dall’interno della stessa comunità universitaria”, oltre ad attrarre l’attenzione dei media in maniera “proprio deprimente, benché non sorprendente”. Prima di lui, soltanto Tony Abbott, l’ex primo ministro conservatore australiano (nato a Londra nel 1957), si era azzardato a sostenere pubblicamente che forse non era il caso di cedere al capriccio di alcuni studenti in cerca di visibilità.

 

[**Video_box_2**]Voci autorevoli ma finora minoritarie. Nelle ultime ore invece, secondo il Telegraph, sarebbe arrivata una svolta nel dibattito in corso. “La statua di Rhodes rimarrà al suo posto dopo che alcuni benefattori dell’università, furiosi, hanno minacciato di ritirare le loro donazioni, fino a 100 milioni di sterline, nel caso la stessa fosse rimossa”. Con tanto di titolo del quotidiano conservatore britannico, su tutta la prima pagina, sopra uno scorcio della statua: “Rhodes will not fall”, “Rhodes non cadrà”. Perché i capitalisti, indossando il cappello dei filantropi, sono scesi in campo e hanno ricordato all’Oriel College che la munificenza non è senza condizioni. Secondo alcune fonti del Telegraph, una parte dei finanziamenti sarebbe già venuta a mancare. E l’Oriel College ha diramato due giorni fa un comunicato dai toni piuttosto “liberali”: “Il College ritiene che il recente dibattito abbia evidenziato come la presenza di questi artefatti storici costituisca un promemoria fondamentale della complessità della storia e dell’eredità del colonialismo che ancora oggi si fa sentire”. Nessun sabba sull’Inghilterra che fu, finché questi capitalisti si opporranno.  

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