La cancelliera tedesca, Angela Merkel (foto LaPresse)

Virtù del modello tedesco sull'immigrazione

Redazione
Non ha torto Matteo Renzi quando accusa Francia e Germania di essersi “svegliate ora” sull’immigrazione che preme direttamente alle loro porte.

Non ha torto Matteo Renzi quando accusa Francia e Germania di essersi “svegliate ora” sull’immigrazione che preme direttamente alle loro porte. L’Italia però deve superare un gap non solo organizzativo – l’identificazione dei migranti – ma anche culturale, cioè la mancata distinzione in nome del buonismo nazionale tra profughi con diritto di asilo e migranti economici, che qui chiamiamo disperati, e lo sono, ma che come in tutto il mondo dobbiamo abituarci a considerare in alcuni casi clandestini. Ora, pur tra omissioni (che si aspetta a decidere un intervento in Libia?) e codinerie, il vertice tra Angela Merkel e François Hollande fissa uno spartiacque. Nel senso che stabilisce appunto una distinzione netta tra profughi in base a norme internazionali e clandestini, per i quali vanno prese le contromisure conseguenti. E’ una linea già presente nell’Unione europea, richiamata dallo stesso regolamento di Dublino che prevede che l’asilo (a chi ne ha diritto, appunto) sia concesso nel paese di primo ingresso, ma che deve essere subito riaffermata e irrobustita da una nuova decisione dell’Europa ai massimi livelli, impegnativa per tutti non meno dei vincoli di bilancio: decisione che imponga oltre a uffici e standard comuni di identificazione anche comuni procedure di respingimento per chi non ha diritto d’asilo.

 

E’ di martedì l’annuncio dell’Ufficio federale tedesco per l’immigrazione che la Germania, che nel 2015 si aspetta non meno di 800 mila domande di asilo, non sta rinviando verso i paesi di primo ingresso i profughi siriani. Un gesto di buona volontà che prevedibilmente avrà come logica contropartita un giro di vite verso la clandestinità economica. Invece il buonismo imperante in Italia, abbondantemente alimentato dalla chiesa ma non solo, cavalcato dalla retorica istituzionale, ci descrive come la terra generosa che soccorre tutti e tutti accoglie. Il soccorso va bene, la civiltà è cosa ottima, ma arriva il momento dei respingimenti. E il governo deve prepararsi a fare i conti con le forze, dal Vaticano in giù, che pretendono l’accoglienza indiscriminata. E a proposito di conti, occorre iniziare a studiare seriamente i costi, e gli eventuali benefici, dell’immigrazione legale, così come quelli dell’accoglienza indiscriminata.