Bernard Cazeneuve e Theresa May firmano nuovo accordo tra la Francia e la Gran Bretagna sull'emergenza migranti a Calais (foto LaPresse)

Ripartizione dei migranti? Macché. Ecco l'accordo monco tra Parigi e Londra su Calais

Luca Gambardella
Gran Bretagna e Francia sottoscrivono un'intesa bilaterale con un comando unificato per gestire l'emergenza nella città di frontiera. Il messaggio per Roma e Atene? Le quote possono aspettare

Parigi e Londra hanno stipulato giovedì un accordo di cooperazione bilaterale per la gestione dei migranti che da mesi cercano di entrare in Gran Bretagna passando dalla cittadina francese di Calais. Il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve e l'omologa britannica Theresa May hanno annunciato una "gestione comune" dell'emergenza migranti e uno sforzo coordinato sia in tema di rimpatri (volontari o forzati) sia di accoglienza, attraverso la creazione di un centro di gestione della crisi a doppio comando britannico e francese.

 

La Gran Bretagna e la Francia vogliono porre fine alle polemiche di inizio estate, quando Londra e Parigi si accusarono a vicenda di non gestire al meglio i controlli di frontiera. Così, puntando molto sul "carattere umanitario" dell'intesa raggiunta, May ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro destinati alla messa in sicurezza del porto di Calais, a cui si aggiungono altri 15 milioni (già stanziati da Londra un anno fa) più altri 10 messi a disposizione all'inizio di agosto. "Da zero a 35 milioni in meno di un anno", hanno sottolineato soddisfatti dall'Eliseo, messo sotto pressione dall'opinione pubblica per le accuse rivolte a Hollande, diventato il "poliziotto al servizio di Londra".


Le tende dei migranti a Calais, la città di frontiera francese (foto LaPresse)


L'accordo di cooperazione, però, prevede il dislocamento di meno di una decina di agenti britannici a Calais, dice il Monde, dove invece operano già 1.300 uomini della Gendarmerie. Lo sforzo esiguo della Gran Bretagna, secondo l'annuncio di Cazeneuve e May, dovrebbe allora essere compensato dai 10 milioni di euro promessi da Londra. Con quei soldi, il nuovo comando unificato di Calais dovrà gestire i rimpatri dei migranti, anche quelli forzati (più di mille dall'inizio dell'anno), e garantire la gestione umanitaria dei richiedenti asilo. Per le organizzazioni dei dritti umani, l'emergenza sono gli alloggi definiti "disumani e indegni". Sempre nello stesso budget dovrà rientrare anche l'acquisto e l'impiego di sistemi di videosorveglianza più avanzati, come i visori a infrarossi, che saranno dati in dotazione agli agenti di frontiera.

 

[**Video_box_2**]L'annuncio di May e Cazeneuve è soprattutto un messaggio politico per la Commissione europea e i paesi del Mediterraneo che affrontano in prima linea l'afflusso di profughi, Italia e Grecia in primis. Le quote d'accoglienza dei migranti tanto attese, da settimane arenate tra le discussioni infinite di Bruxelles, restano una prospettiva lontana e non condivisa. I milioni messi a disposizione e un pugno di agenti di polizia bastano a entrambi. A Londra, per chiarire ancora una volta che il sistema delle ripartizioni volontarie tra gli stati dell'Ue non è gradito e che la via bilaterale è quella prediletta. E a Parigi, per mettere a tacere le polemiche indirizzate a Hollande. Anche per questo, forse, il commissario dell'Ue per l'Immigrazione, Dimitri Avramopoulos, era assente alla cerimonia di sottoscrizione dell'accordo tra Francia e Gran Bretagna.

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.