Sparatoria al Palazzo di Giustizia di Milano, quattro morti

Redazione
Tra le vittime un giudice. Il killer, imputato per bancarotta fraudolenta, è stato arrestato dopo una fuga in moto

Tre morti e due feriti, questo il bilancio di una sparatoria avvenuta  stamattina all'interno di un'aula del Palazzo di Giustizia di Milano, durante la prima udienza del processo del crac del gruppo Eutelia-Agile. A sparare è stato Claudio Giardiello, imputato per bancarotta fraudolenta nel processo della Immobiliare Magenta srl di cui era socio di maggioranza, che è stato arrestato nei pressi di Vimercate dopo una fuga di un'ora e mezza a bordo di una moto.

 

L'autore della sparatoria oggi a Milano, potrebbe avere evitato i controlli presenti ad ogni ingresso del Palazzo di Giustizia semplicemente entrando insieme al suo legale. Solo così, al momento, troverebbe una giustificazione il fatto che l'uomo possa essere entrato armato in un'aula di giustizia. "Probabilmente - spiega Valerio Maraniello, ex legale di Claudio Giardiello- potrebbe essere entrato insieme all'avvocato e quindi avrebbe evitato i controlli".

 

 

Le vittime sono il giudice fallimentare Fernando Ciampi, che presidiava l'udienza, e l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani e uno degli imputati, Giorgio Erba. Ferito anche un altro degli imputati nel processo in corso nell'aula della seconda sezione penale, Davide Limoncelli. Ancora ignoto il nome della quarta vittima, che è stato trovato riverso sulle scale del palazzo, probabilmente colto da un attacco cardiaco.

 

Inoltre, secondo il 118 due persone avrebbero subito un arresto cardiocircolatorio e sono state condotte rispettivamente al Policlinico e al Fatebenefratelli.

 

L'Associazione nazionale magistrati ha chiesto alle istituzioni, in una nota, un intervento affinché venga migliorato il livello di sicurezza nei tribunali italiani: "Quanto accaduto a Milano ripropone drammaticamente il problema della sicurezza'' nei tribunali ''luoghi in cui quotidianamente si lavora per l'affermazione della legalità, luoghi nei quali il rischio di atti di violenza è particolarmente elevato e dunque eccezionali devono essere le garanzie di tutela dell'incolumità di tutti gli operatori di giustizia e dei cittadini''.

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