Il "jihadista John", alias Mohammmad Emzawi, in un video dello Stato islamico

Il "jihadista John" non è un rapper. Svelata l'identità del boia dello Stato islamico

Redazione

La vera identità del "jihadista John" è stata rivelata oggi dal Washington Post. Si chiama Mohammmad Emzawi, un 26enne di Londra. E' di buona famiglia, laureato in ingegneria informatica. Il vero nome del "jihadista John" era già noto alle autorità britanniche che lo avevano tenuto segreto fi

La vera identità del "jihadista John" è stata rivelata oggi dal Washington Post. Si chiama Mohammmad Emzawi, un 26enne di Londra. E' di buona famiglia, laureato in ingegneria informatica.

 

Il vero nome del "jihadista John" era già noto alle autorità britanniche che lo avevano tenuto segreto finora scatenando diverse congetture della stampa rivelatesi infondate (tra queste, la teoria che lo identificava con un ex rapper, Abdel Majed Abdel Bary). Emzawi è il boia che compare nei video pubblicati dallo Stato islamico che mostravano l'uccisione di diversi giornalisti occidentali.

 

Secondo le informazione del Washington Post, Emzawi è nato in Kuwait e si è trasferito con la famiglia in Gran Bretagna quando aveva sei anni. Chi lo conosce lo ricorda come un ragazzo normale, che non nascondeva la propria fede musulmana: portava la barba lunga e per strada evitava di guardare negli occhi le ragazze che incontrava. Dopo la laurea, però, i servizi britannici cominciano a interessarsi a lui, al punto che nel 2010 Emzawi invia una lettera di reclamo a Scotland Yard per presunte intimidazioni e percosse da parte dei sevizi segreti.

 

[**Video_box_2**]Poi, nel 2009, Emzawi parte per una vacanza in Tanzania. Al suo arrivo viene arrestato dalla polizia come individuo sospetto e subito rilasciato la notte successiva. Secondo la ricostruzione del Wp, prima di imbarcarlo sul primo volo per l'Olanda, Emzawi subì percosse in cella da parte della polizia locale. Lasciato il paese africano, l'uomo viene avvicinato nuovamente da un agente dell'Mi5 che lo accusa di volere andare a combattere con gli islamisti in Somalia ("Sapevano tutto di me", scrive Emzawi in una mail, "dove vivevo, cosa avevo fatto"). I servizi britannici gli offrono anche di unirsi a loro altrimenti "ti renderemo la vita ancora più difficile". Emzawi rifiuta e decide di fuggire in Kuwait ma l'Mi5 gli impedisce di lasciare il paese. All'aeroporto viene trattenuto dalla polizia e nuovamente picchiato. "Avevo un lavoro e una futura moglie che mi aspettavano in Kuwait. Ora mi sento un prigioniero", scrive Emzawi in un'altra mail intercettata dal Guardian. Nel 2010, infine, dice agli amici di voler andare in Siria. Stavolta riesce a lasciare la Gran Bretagna ed è forse da allora che inizia la sua militanza nelle file dello Stato islamico.

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