Dominique Strauss-Kahn

Strauss-Kahn, un libertino alla gogna

Redazione

Lo psicodramma sessual-giudiziario della Francia neo bacchettona.

Abbiamo letto, anche su Rep., le cronache della “mattanza sessuale” di cui si sarebbe macchiato l’ex direttore del Fondo monetario internazionale ed ex esponente di punta del Partito socialista francese, il demonizzato Dominique Strauss-Kahn, da ieri di fronte ai giudici di Lille per rispondere di sfruttamento aggravato della prostituzione. Dopo la disavventura americana, che lo aveva inchiodato al ruolo di stupratore di cameriere negli hotel, erano spuntate le denunce relative alle orge consumate da Dsk e quattordici amici al Carlton di Lille. Ammucchiate nel corso delle quali, nientemeno, gli uomini giravano “nudi” (incredibile!) e  nelle quali erano coinvolte giovani escort. Tutte maggiorenni e consenzienti, visto che l’unica ad aver parlato a un certo punto di un tentativo non consumato di violenza non ha mai sporto denuncia. Impianto accusatorio deboluccio, nel paese più orgogliosamente libertino del mondo, appena reduce dalle celebrazioni solenni del genio del marchese De Sade.

 

Così deboluccio che nel 2013 la procura di Lille aveva chiesto l’archiviazione per Dsk. La pubblica accusa ha però ottenuto il rinvio a giudizio, e va in scena ora uno dei processi più bacchettoni che la storia recente, non solo francese, ricordi. In Francia, bisogna ricordarlo, pagare prostitute non è reato, e questo dovrebbe valere anche per Dsk. L’accusa vuole però dimostrare un suo interesse addirittura economico a organizzare le serate libertine di Lille, cosa francamente molto difficile da credere. Ma l’idea che il peccato o l’inopportunità di comportamento di un politico (ormai ex, nel caso di Dsk) possa trasformarsi in reato conquista nuovi adepti.

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